
Che anno il 2008! Sono passati 13 anni ma alcuni di questi film sono rimasti come pietre miliari nel cinema e nella nostra cultura. Il Divo e Gomorra restano probabilmente gli ultimi film italiani che hanno segnato il nostro immaginario. Il cavaliere oscuro è il Batman che tutti ricordano. Kung Fu Panda il miglior film americano di animazione che non sia Pixar/Disney. Poi film che ti abbattono come “Il matrimonio di Lorna” o film in cui vuoi davvero bene ai protagonisti e vorresti sederti accanto a loro come “Caos calmo”, “Two lovers” o “The wrestler”. In mezzo ci sono anche alcune ciofeche, ma ciofeche che hanno lasciato il segno. Andiamo a leggere.
“Il matrimonio di Lorna” (Le silence de Lorna) di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Belgio

Nei film dei Jean-Pierre e Luc Dardenne è sempre durissima (anche per noi spettatori), ma ci si può volere bene (anche tra noi spettatori)
Con Arta Dobroshi, Jérémie Renier, Alban Ukaj, Fabrizio Rongione, Olivier Gourmet, Morgan Marinne
Lorna, giovane immigrata albanese, sposa il tossicodipendente Claudy “come uno straniero che paga per diventare belga” (dice Lorna). Dovrebbe pagarlo una seconda volta al momento del divorzio per poi, da neocittadina belga, sposare ancora per soldi un russo, anche lui in cerca di cittadinanza. Un losco tassista organizza tutto, il fidanzato di Lorna sta a guardare. Sarà cinico ma sembra quasi facile, invece siccome è un film dei Dardenne è una storia terribile, dolorosa e spietata, che condurrà Lorna fino al confine con la follia e la rovina. Storia intorno all’inarrestabile potere del denaro sulle esistenze umane, raccontata con il realismo preciso e cattivo dei Dardenne intorno al complesso personaggio di Lorna, intelligentemente sfaccettato, mostrando con quanta naturalezza un egoismo comprensibile e brutale si mescoli con una tenerezza pasticciata e inconsapevole. Premio alla miglior sceneggiatura a Cannes 2008.
Consigliato a: amanti dell’avventura convinti che i documenti non contino poi tanto
Sconsigliato a: insensati che credono nel “matrimonio d’amore”
Da vedere con: gli amici del bar rimasti scapoli

A un decennio circa da “American Beauty”, Sam Mendes trae dal celebre romanzo omonimo di Richard Yates la storia di un altro matrimonio distrutto e devastante. April e Frank Wheeler – belli e brillanti, genitori di due figli, nella loro confortevole casa di Revolutionary Road – sembrano la concretizzazione della famiglia felice della middle class statunitense, mentre trascorrono il tempo a rimproverarsi a vicenda rimpianti, rinunce e infelicità, e a schifare quella stessa middle class. I tempi in cui l’altro era “la persona più interessante che abbia mai conosciuto” giacciono sommersi da quotidianità e responsabilità, a cui April non si rassegna e Frank cerca di sfuggire banalmente. Privo dei toni grotteschi di “American Beauty” e tutto concentrato sulla sola coppia di protagonisti, è un film soprattutto soffocante: gli interpreti sono perfetti nel rendere infelicità e ipocrita insofferenza, ma il “non possiamo continuare a fingere che è la vita che volevamo” a tratti sembra più un cliché che un’esigenza di vita e cambiamento.
“Revolutionary Road” di Sam Mendes, Stati Uniti
Con: Kate Winslet, Leonardo DiCaprio, David Harbour, Kathryn Hahn, Zoe Kazan, Ryan Simpkins, Kathy Bates
Consigliato a: persone a cui piace conoscere i segreti dei vicini di casa
Sconsigliato a: fan delle commedie romantiche che si concludono felicemente con l’acquisto di una casetta, un paio di figli e l’arrosto la domenica
Da vedere con: conoscenti celibi e nubili

Dal libro (2006) in parte autobiografico scritto dall’insegnante François Bégaudeau, Cantet gira questo film, co-sceneggiato e interpretato dall’autore stesso, in cui racconta un anno scolastico di una classe di scuola media di periferia. Insegnante e alunni chiusi “tra le mura”, quasi una prigione in cui devono forzatamente convivere, con tutte le loro ingombranti differenze: il professore di francese in problematico equilibrio tra il desiderio di comprendere, stimolare e assistere gli studenti e la necessità di non soccombere alla prepotenza delle loro difficoltà, paure e pigrizie, tenendo insieme lingue e origini diverse; le fatiche e le resistenze dei genitori poveri, le ambizioni di quelli convinti che i figli emergeranno; e poi l’amministrazione scolastica, che riduce l’intera vita scolastica di un ragazzo a un numero da inserire in una casella (ma come fare altrimenti?).
“La classe” (Entre les murs) di Laurent Cantet, Francia

Fantasia, impegno, inadeguatezza e stanchezza degli adulti di fronte agli esplosivi sentimenti dei giovanissimi, in un film in buona parte affidato all’improvvisazione, quasi sempre documentaristico (ed è un complimento). Palma d’oro a Cannes.
Con: François Bégaudeau, Nassim Amrabt, Cherif Bounaïdja Rachedi, Franck Keïta, Rachel Régulier, Wei Huang
Consigliato a: studenti e insegnanti di tutto il mondo (unitevi!)
Sconsigliato a: patiti della scuola vecchio stile
Da vedere con: genitori di figli in età scolare

Un giovane regista ambizioso ma non ancora affermato (Darren Aronofsky) recupera un vecchio, bollito e ormai dimenticato attore (Mickey Rourke) e gli costruisce attorno una storia di dignitosa sconfitta nel mondo del wrestling di provincia. Film potente e delicato al tempo stesso, girato con due lire, che oltre al Leone d’oro a Venezia avrebbe meritato anche la Coppa Volpi per Rourke (ma il regolamento non ammette il doppio premio). Ottimi anche i comprimari, segno di controllo assoluto da parte del regista.
“The Wrestler” di Darren Aronofsky, Stati Uniti
Con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Mark Margolis, Ernest “The Cat” Miller.
Consigliato a: chi per il suo pubblico morirebbe
Sconsigliato a: chi non ha ancora capito cosa ci sia di bello nel wrestling
Da vedere con: Hulk Hogan e Anselma dell’Olio (rinforzate le molle del divano)

Ennesima paraculata (e conseguente successo planetario, con otto Oscar) di Danny Boyd, che questa volta ambienta in India una storia a flash-back con la scusa della (improbabile) partecipazione di un fattorino di call-center a un gioco a premi televisivo. Godetevi i titoli di coda in stile Bollywood, perché è l’unica cosa di livello del film.
“The Millionaire” di Danny Boyd, Gran Bretagna
Con Dev Patel, Madhur Mittal, Freida Pinto
Consigliato a: patiti di Amadeus e Carlo Conti
Sconsigliato a: cultori del cinema terzomondista
Da vedere con: pallottoliere per contare i luoghi comuni (spoiler: dopo il primo centinaio si perde il conto)

Dove averci preso la mano con Batman Begins (film comunque importante), Christopher Nolan cala l’asso di briscola con Il Cavaliere Oscuro, secondo e punto più alto della sua trologia Batmaniana (e anche punto più alto della saga di Batman in assoluto). Sarà che imbrocca un Heath Ledger stellare nella parte di Joker, sarà che fonde perfettamente ritmo e atmosfera (l’incipit del film, con la rapina alla banca della mafia è qualcosa che resterà negli annali del cinema), quello che ne esce è un film straordinario e spiazzante, che porta lo spettatore a fare i conti con la doppia natura che ciascuno si porta dentro: che tu sia lo smagliante procuratore distrettuale, che tu sia un criminale psicopatico, che tu sia l’eroe senza macchia e senza paura, che tu sia un normale cittadino o un ergastolano, bene e male combattono dentro di te, a decidere quale prenda il sopravvento il più delle volte è solo il caso.
“Il cavaliere Oscuro” (The Dark Knight) di Christopher Nolan, Gran Bretagna, Stati Uniti

Nonostante qualche passaggio un po’ lunghetto, anche per concedere qualcosa agli appassionati della saga e mostrare i magnifici gingilli di Batman, il film è un cupissimo dramma, che non fa sconti. Non c’è speranza, né redenzione, nella Gotham City del Batman. Dopo un simile picco, l’episodio finale della trilogia non riuscirà a mantenersi all’altezza, ma la stora andava conclusa e Nolan ne esce comunque da fuoriclasse. Un’opera che resterà.

Batman è l’eroe che Gotham si merita, ma di cui non ha bisogno in questo momento… Perché lui può sopportarlo… È un vigilante che vaga nell’ombra… È un Cavaliere Oscuro.
Con Christian Bale, Heath Ledger, Michael Caine, Gary Oldman, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman
Consigliato a: eroi di cui abbiamo bisogno
Sconsigliato a: eroi che meritavamo
Da vedere: accompagnati, chiedendo al partner a fine film “why so serious”?

Spot commissionato dall’Ayuntament de Barcelona a Woody Allen, che per soldi farebbe qualunque cosa. Nettamente inferiore ai già brutti spot che il nostro faceva per la Coop a inizio anni ’90. Decadente e noioso
“Vicky, Cristina, Barcelona” di Woody Allen, Spagna, Stati Uniti
Con Javier Bardem. Scarlett Johansson, Penélope Cruz, Rebecca Hall.
Consigliato a: gestori di agenzie di viaggi
Sconsigliato a: chi non ha tempo da perdere
Da vedere con: tanta pazienza

Dopo i bellissimi fim sulla mafia russia, James Gray svolta in una storia intima e sofferente ispirata a “Le notti bianche” di Dostoevskij che racconta il male di vivere attraverso un triangolo amoroso e una famiglia che può o non può essere la salvezza. Attori bravissimi (Joaquin Phoenix, Gwyneth Paltrow, Isabella Rossellini: che ve lo dico a fare?) per una storia di toccante sofferenza. Bellissimo
“Two lovers” di David Gray, Stati Uniti
Con Gwyneth Paltrow, Joaquin Phoenix, Vinessa Shaw, Isabella Rossellini, Elias Koteas
Consigliato a: chi sa che a volte c’è bisogno di un abbraccio
Sconsigliato a: fans degli amori patinati
Da vedere con la bellissima vicina di casa e col vicino depresso
“Kung Fu Panda” di Mark Osborne, John Stevenson (Dreamworks Studios) Stati Uniti
Con Jack Black, Dustin Hoffman, Angelina Jolie, Ian McShane, Jackie Chan, Seth Rogen, Lucy Liu, David Cross (che danno le voci ai personaggi animati)
Consigliato a: fans di arti marziali e spaghetti di soia (ma anche spaghetti alla b0ognese)
Sconsigliato a: monaci buddisti
Da vedere strafofandosi di ravioli al vapore

Tratto da un libro di successo, Caos calmo è sulla carta un tipico film medio italiano. Però si distingue (oltre che per la scena di sesso con Nanni Moretti e Isabella Ferrari nella foto) per un susseguirsi di personaggi dispersi e credibili che girano intorno a un ottimo Nanni Moretti ancorato a una panchina che assomiglia un po’ alla vita
“Caos calmo” di Antonello Grimaldi, Italia
Con Nanni Moretti, Valeria Golino, Alessandro Gassmann, Isabella Ferrari, Blu Yoshimi, Hippolyte Girardot, Kasia Smutniak, Denis Podalydès, Charles Berling, Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Manuela Morabito, Roberto Nobile, Babak Karim, Blu Di Martino, Beatrice Bruschi, Sara D’Amico, Babak Karimi, Tatiana Lepore, Anna Gigante, Antonella Attili, Cloris Brosca, Valentina Carnelutti, Stefano Guglielmi, Nestor Saied, Dina Braschi, Ester Cavallari, Roman Polanski
Consigliato a: chi si vuole sedere a guardare e ad ascoltare, tranquillamente
Sconsigliato a: chi non ha voglia di ascoltare le vite degli altri
Da vedere seduti sulla panchina davanti a una scuola, disposti a interrompere la visione per ascoltare chi ha necessità di raccontare i propri affanni

Due al prezzo di uno, perché nel 2008 in cinema italiano (made in Napoli) torna alla ribalta con due opere notevoli. A parte la presenza di Servillo – monumentale in entrambe – nulla spinge all’associazione tra la storia quasi filologica dell’ultima fase politica del divo Giulio (Andreotti) ed il conflitto feroce tra Casalesi e Scissionisti a Napoli. Ma come il Sergio di Boris, tendiamo tutti a confonderli. Due gran film da due grandi registi
“Gomorra” di Matteo Garrone
Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Salvatore Abruzzese, Marco Macor, Ciro Petrone, Carmine Paternoster, Simone Sacchettino, Salvatore Ruocco, Vincenzo Fabricino, Vincenzo Altamura, Italo Renda, Salvatore Striano, Carlo Del Sorbo, Vincenzo Bombolo, Alfonso Santagata
Consigliato a: sostenitori della rinascita cinematografica italiana
Sconsigliato a: chi ha in antipatia Napoli ed i Napoletani
Da vedere gustando i prodotti IGP della terra dei fuochi
“Il divo” di Paolo Sorrentino
Con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso. «continua Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti, Alberto Cracco, Lorenzo Gioielli, Paolo Graziosi, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo, Cristina Serafini, Achille Brugnini, Victor Goubanov, Bob Marchese, Fanny Ardant
Consigliato a: nostalgici della prima repubblica (cioè quelli che non conoscono la prima repubblica o che l’hanno rimossa dai propri ricordi)
Sconsigliato a: chi preferisce essere depistato
Da vedere con un baby pensionato

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