

Indossa il plumbeo vestito,
quello più nero,
che scelsi per te nell’ora
della mia partenza.
Avanza a piedi nudi
su un letto di foglie morte
e di crepitanti rami,
nel freddo rinsecchito oblio
della mia assenza.
Chiama il mio nome,
lasciando che cada, sordo,
su di una lastra di marmo.
Lontano, dove tu volesti,
ad ascoltarne l’eco tra i pensieri morti.
Cieco sia ogni lembo di pelle nivea
per l’uomo vile che proverà a sfiorarla,
vedova, di un Amore vivo.
Sappiano gli uomini
che chi ti ha rubato
ero io.
Imma I. (Le mie poesie)

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