
Quarto capitolo, siamo nel 2003 sono passati 17 anni, nel 2003 quanto lo vedevi lontano questo 2020? nel 2003 l’Occidente racconta una menzogna e comincia la guerra in Iraq. Il cinema ancora non riesce a mostrarcela ma ci racconta un presente tra nostalgia per quello che eravamo e realtà che preferiamo tenere nascosta. Un altro bell’anno per il cinema. E tu quanti di questi film hai visto? Quanti ne vorresti rivedere?
Un anno in cui grandissimi autori come Quentin Tarantino , Tim Burton e Lars Von Trier toccano il loro apice (qualcuno resterà quasi a quei livelli, Tim Burton sarebbe stato meglio se si fosse fermato al 2003). Ci facciamo piacevolmente da registi agli antipodi come Sophia Coppola, Kim Ki -duk e Rob Zombie che ci daranno altre soddisfazioni. Ci esaltiamo con vecchi maestri come Marco Bellocchio, Denis Arcand e Gabriele Salvatores che in modi diversi ci raccontano un passato che si rispecchia nel presente. Rispolveriamo la storia italiana in chiave consolatoriaa con La meglio gioventù e la storia del rock in chiave commedia pedagogica ribelle col professore Jack Black di School of Rock. Molti film sono rimasti fuori, ma lasciare fuori un capolavoro come Old Boy avrebbe fatto gridare vendetta.

Kim Ki Duk si fa conoscere in occidente e ci immerge in un paesaggio sublime per mostrarci le stagioni di un anno e quelle della vita con il succedersi di amori, errori, colpe, espiazioni.
Primavera, estate, autunno, inverno … e ancora primavera (봄 여름 가을 겨울 그리고 봄; Bom, yeoreum, gaeul, gyeoul geurigo bom) di Kim Ki-duk, Corea del Sud
Con Oh Yeong-su, Kim Ki-Duk, Young-min Kim (II), Seo Jae-kyeong, Ha Yeo-jin, Kim Jong-ho
Consigliato a: chi sa gustarsi le stagioni della vita, ognuna con le sue fatiche, ognuna coi suoi colori
Sconsigliato: alle persone lineari e inquadrate
Da vedere a ogni cambio di stagione

Si può insegnare il rock a una generazione che il rock come musica e come spirito non sa neanche più dove sta di casa? Sì, si può se il maestro è un Kack Black in stato di grazia cui Richard Linklater lascia la briglia sciolta. School of rock è una commedia divertente e pedagogica sulla musica e sul senso di ribellione anarchica e ormai purtroppo autoreferenziale che ancora sa trasmettere la musica rock. Colonna sonora potente, da pelle d’oca. Bignami della storia del Rock imprescindibile per le nuove generazioni
School of Rock, Richard Linklater, Stati Uniti
Con Jack Black, Mike White, Joan Cusack, Sarah Silverman, Joey Gaydos jr., Miranda Cosgrove
Consigliato a: chi in fondo in fondo un po’ rocker lo è sempre
Sconsigliato a: chi ascolta solo trap e melomani con la puzza al naso
Da vedere con una classe di una scuola elementare (coi ragazzi delle medie potrebbe già essere troppo tardi), che altrimenti quando mai potranno conoscere un po’ di buon vecchio rock

Che a Lars Von Trier piaccia sperimentare e guardarsi allo specchio per mostrarci quanto è bravo lo sappiamo. Ma chissenefrega. Questo è un film che con un’ambientazione disegnata per terra col gesso riesce a tenerti inchiodato a una storia che inquieta e spiazza sempre sul più bello. Nicole Kidman poi è una meraviglia. Un film diverso da tutti che non si dimentica
Dogville, Lars Von Trier, Danimarca, Francia, Svezia, Norvegia
Con Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Siobhan Fallon Hogan, Chloë Sevigny, Patricia Clarkson
Consigliato a: chi non si accontenta dell’impressione data dalla superficie
Sconsigliato a: chi soffre di claustrofobia
Da vedere nell’accogliente sala riunioni della pro loco di un paesello

Ecco finalmente un horror che fa male, che ti fa coprire gli occhi dietro le mani, che inquieta perché forse avresti voglia di tifare per i cattivi, anche se sono dei sadici assassini depravati. Bravo Rob Zombie. E bravissima la tua mogliettina sexy. Ma quello a cui vogliamo più bene è il Captain Spaulding di Sid Haigh
La casa dei 1.000 corpi (House of 1000 corpses), Rob Zombie
Con Sid Haig, Bill Moseley, Sheri Moon Zombie, Chris Hardwick, Erine Daniels, Matthew McGrory, Karen Black, Jennifer Jostyn, Rainn Wilson, Walton Goggins, Tom Towles, Robert Allen Mukes, Walter Phelan, Jake McKinno
Consigliato a: chi non ha paura di aver paura
Sconsigliato a: i soliti adolescenti cretini che finiscono scannati nei film horror
Da vedere sognando la mitica profonda provincia americana

Su noia, malinconia e solitudine – se le si conosce e si è molto abili – si può scrivere un film spiritoso, intelligente, fatto di poco e capace di dire molto. Specie se si ha l’ingegno di ingaggiare come interpreti lo svagato Bill Murray e la perlacea Scarlett Johansson e di immergerli in uno scenario costruito intorno a un non-luogo confortevole come un lussuoso albergo di Tokyo. Storia perfetta di un breve incontro accidentale e indimenticabile
Lost in translation, Sofia Coppola, Stati Uniti
Con Bill Murray, Scarlett Johansson, Giovanni Ribisi, Akiko Takeshita, Catherine Lambert
Consigliato a: amanti del Giappone
Sconsigliato a: coniugi stanchi della routine
Da vedere con: gli amici del karaoke

Un padre ingombrante e un figlio arrabbiato, una storia intorno alle spettacolari storie del primo, la cui fantasmagoria ha imbarazzato e allontanato il secondo. Erano tutte bugie, quelle storie? e quel padre solo un bugiardo, un affascinante millantatore? Un rito di celebrazione della fantasia e del suo rischioso e prezioso potere officiato dal sacerdote ideale, Tim Burton, in un film che scomoda il delicato tema del rapporto genitori-figli contaminandolo di gioia
Big Fish – Le storie di una vita incredibile, Tim Burton, Stati Uniti
Con Ewan McGregor, Albert Finney, Billy Crudup, Jessica Lange, Helena Bonham Carter, Steve Buscemi, Marion Cotillard
Consigliato a: padri e figli
Sconsigliato a: persone incapaci di inventare favole
Da vedere con: un enorme pesce gatto tra le braccia

Dal libro Il prigioniero (1998) scritto con Paola Tavella da Anna Laura Braghetti, componente del commando delle Brigate Rosse che nella primavera del 1978 rapì, tenne prigioniero e uccise Aldo Moro, Bellocchio trae un racconto della claustrofobica relazione tra l’uomo politico e i suoi carcerieri durante la prigionia. Tra i brigatisti, Chiara, i cui dubbi, tormenti e divagazioni oniriche si intrecciano allo spietato confronto rapitori-rapito, in una quotidianità banale e sinistramente estranea alla realtà, destinata a un epilogo crudele. Memorabile scena finale
Buongiorno, notte, Marco Bellocchio, Italia
Con Maya Sansa, Roberto Herlitzka, Luigi Lo Cascio, Pier Giorgio Bellocchio, Paolo Briguglia
Consigliato a: nostalgici della Prima Repubblica
Sconsigliato a: locatori di appartamenti in Roma
Da vedere con: coinquilini inquietanti

Il sequel, appena 17 anni dopo, de “Il declino dell’Impero americano”. Altrettanto arguto, ma adattato ai tempi e alle paure dell’Occidente post 11 settembre. Ritmato e divertente, gli si perdona qualche piccola caduta. Notevole
Le invasioni barbariche (Les invasions Barbares), Denis Arcand, Canada-Francia
Con Remy Girard, Stéphane Rousseau, Dorothée Berryman, Louise Portal, Dominique Michel
Consigliato a: chi ha bisogno di un pusher a Montreal
Sconsigliato a: accademici in crisi senile
Da vedere con: Daria Bignardi, per farle capire il delitto di avere rubato un simile titolo per il suo programmino

Un thriller che non è un thriller, una ricerca obbligata a ritroso nella propria vita, alla ricerca di uno di quei piccoli errori che ognuno fa, pensando che non abbiano conseguenze e invece… Ultimo capitolo della “triologia della vendetta” di Park Chan-wook; i primi due buoni, ma questo è un capolavoro
Old boy (올드보이, 老男孩, Oldeuboi, Oldŭboi), Park Chan-wook, Corea del Sud
Con Choi Min-sik, Ji-tae Yu, Hye-jeong Kang, Dae-han Ji, Oh Dal-soo, Byeong-ok Kim
Consigliato a: Rita Pavone (per farle capire che cosa si riesce a fare con un martello)
Sconsigliato a: dentisti ed estimatori dei ravioli allo zenzero
Da vedere con: i vecchi compagni del liceo, rivangando quella volta che vi misero lo zucchero nel letto in gita scolastica

Salvatores tratto da Ammaniti (un film sulla carta rischisissimo che grazie al cinema che Salvatores ci mette dentro diventa un gran film), di nuovo con il feticcio Abatantuono. Se guardate bene, Salvatores è ancora un ottimo regista, probabilmente addirittura migliorato da quello che era ai tempi dei tre successi iniziali, ma di lui si ricordano solo quelli. Peccato
Io non ho paura, Gabriele Salvatores, Italia
Con Diego Abatantuono, Dino Abbrescia, Aitana Sánchez-Gijón, Giuseppe Cristiano, Mattia Di Pierro
Consigliato a: appassionati di Mina, omosessuali latenti, venditori ambulanti
Sconsigliato a: rapitori amatoriali
Da vedere con: John Paul Getty III, per chiedergli se anche il buco dove tenevano lui era egualmente conmodo ai servizi

Dal mare alla montaga, dal Sud al Nord (isole comprese), dagli anni sessanta al nuovo millennio, dagli operai ai terroristi, dalla legge Basaglia ai casolari in Toscana… La meglio gioventù ci dimostra che si può fare un racconto corale, retorico e prevedibile quanto basta, ma così semplicemente bello da meritare il salto dalla fiction di Rai Uno alle sale cinematografiche
La meglio Gioventù , Marco Tullio Giordana, Italia
Con Luigi Lo Cascio, Adriana Asti, Sonia Bergamasco, Maya Sansa, Fabrizio Gifuni. Jasmine Trinca, Alessio Boni, Camilla Filippi, Valentina Carnelutti, Andrea Tidona, Lidia Vitale, Greta Cavuoti, Riccardo Scamarcio, Claudio Gioé, Danilo Maria Valli, Stefano Abbati, Aldo Innocenti
assieme a
Kill Bill volume 1 (Kill Bill vol. 1), Quentin Tarantino, USA
Con Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannah, Michael Madsen, Vivica A. Fox. «continua Lucy Liu, Samuel L. Jackson, Akaji Maro, Chiaki Kuriyama, Chia Hui Liu, Julie Dreyfus, Jun Kunimura, Kazuki Kitamura, Michael Parks, Shin’ichi Chiba

Il cinema di Tarantino è così grande da non poter essere recintato in un unico film. Allora Kill Bill si sdoppia in questo incredibile revenge movie che ingloba thriller e azione, assorbe Kung fu movie e spaghetti western, omaggia road movie e filosofia orientale, si imreziosisce con donne bellissime (in costumi meravigliosi) e inserti anime. Il tutto inframezzato dialoghi geniali. Insomma c’è tutto il cinema di Tarantino, quindi molto del meglio del grande cinema
Due al prezzo di uno. Come mai, trattandosi di film così diversi? Perché in realtà si tratta di quattro al prezzo di due. Ebbene sì, il 2003 vede il ritorno del film in due puntate al cinema, qualcosa che non si vedeva più dagli anni ’70. E se nel caso di Giordana la genesi è simile ad allora (di fatto, un prodotto pensato per la TV, che però viene così bene da meritarsi un passaggio al cinema), per Tarantino siamo di fronte all’industria cinematografica che asseconda la di lui crescente bulimia (del resto, chi ha il coraggio di dire di no alla nuova gallina dalle uova d’oro di Hollywood?). Com’è, come non è, nel corso del 2003 siamo chiamati al cinema due volte per completare la saga (vabbè, Kill Bill II in realtà esce nel 2004). Ma in entrambi i casi, il risultato è puro godimento e – a loro modo – entrambi diventano dei classici (ok, La Meglio Gioventù solo per noi Italici).
Consigliati a: spose imbrattate di sangue, basagliani, sensei (tutti assieme, appassionatamente)
Sconsigliato a: brigatisti e camionisti here to fuck
Da vedere con: Paolo Sorrentino, per provare a spiegargli che un film in due capitoli è qualcosa di più che far pagare allo spettatore primo e secondo tempo separatamente

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