

Mai periodo storico sarebbe stato più appropriato di questo che stiamo vivendo per far uscire un libro dal titolo “Decamerock”, c’hanno visto lungo quelli di Marsilio Editori e lo stesso autore del testo, Massimo Cotto.
In giornate di coronavirus dilagante, di paesi in quarantena e di treni fermi nelle stazioni, dedicarsi alla sana lettura non può far altro che allietare il cuore ed essere un ottimo motivo di distrazione per la mente.
Riprendendo quel famoso testo trecentesco di boccacciana memoria, il Decameron appunto, Massimo Cotto ci accompagna attraverso dieci nottate raccontandoci aneddoti talvolta cupi, talvolta macabri, con riferimenti alla scena rock (ma non solo), musicale, teatrale, artistica, sportiva.
Per ogni notte le storie raccontate sono dieci, ogni capitolo segue una sua logica o tematica particolare, ed è introdotto da un passo dell’opera boccacciana che ci traghetta nell’argomento trattato.
Non mancano le storie nere, quelle maledette, ma anche quelle di velato romanticismo; principalmente in questo libro Cotto si sofferma sulle morti celebri e misteriose, apre la narrazione proprio la triste storia di Hank Williams e si procede pagina dopo pagina in un ritmo calzante e avvincente.
Ho sfogliato storia dopo storia come se stessi aprendo a ventaglio le carte appena servite a poker, alcuni racconti fanno parte del mito e sono conosciuti, altri lo sono meno e per questo sono piccole perle da conservare e da ricordare attentamente.
Poi, quando seguire il rock è diventato il mio lavoro e la mia benedizione, ho scoperto che il rock racconta e si racconta non solo nelle canzoni, nelle trame e nei personaggi, ma anche attraverso le parole delle rockstar quando sono lontane dal palco.
Lo stile è fluido, meno metafore rispetto agli scritti soliti di Cotto, ma le pagine scivolano che è una bellezza, anche la scelta di non eccedere nei racconti l’ho trovata saggia, c’è proprio la voglia di finire questo vasetto di storie come se fossero piccoli cioccolatini da provare uno dopo l’altro.
Un’overdose di storie legate alla musica rock, o a chi ha condotto la sua vita come una rockstar ancor prima che venisse coniato il termine.
In queste giornate di fine inverno, con la poca voglia d’uscire, ritrovarsi tutti insieme a leggere qualche storia dannata non è affatto male, il libro è consigliatissimo per gli appassionati, o per coloro i quali cercano una raccolta di aneddoti quasi completa.
Ecco cos’è il rock, fin dal suo manifestarsi: qualcosa di simile alle fiabe e alle favole che raccontava mia nonna.
È anche un buon punto di partenza per i giovani che si avvicinano a questo tema e che hanno voglia di approfondire vari personaggi, dai quali partire per poi entrare nello specifico.
Sono circa quattrocento pagine di lettura che scendono giù con piacere, inoltre l’editing è stato curato davvero in maniera sublime.
Consigliatissimo.

Perché non lasci qualcosa di scritto?