

Ha ancora senso parlare di femminismo ai giorni nostri? Non dovrebbe essere un concetto ormai superato e la parità di genere una meta raggiunta?
A quanto pare c’è ancora molto bisogno di affrontare determinati argomenti. L’uguaglianza tra i sessi è ancora un miraggio utopico, eppure non tutto quello che ci viene propinato ultimamente può essere passato per ‘femminista’.
Ultimamente ho letto uno dei libri più belli in assoluto “Memorie d’una ragazza perbene” di Simone de Beauvoir, una delle madri del femminismo.
Simone è schizzata subito in cima alla lista delle mie autrici preferite, il suo stile narrativo è unico, la sua infanzia mi ha ricordato la mia, il padre attore, l’appartenenza a una famiglia borghese in decadenza, la voglia di emanciparsi attraverso lo studio sopra ogni cosa, la noia di una vita tutta uguale che ti fa o moglie e madre, o vecchia zitella rinsecchita, o peggio ancora una poco di buono; la voglia di lottare per una società e per dei principi migliori, me l’hanno resa da subito familiare.
Sì, Simone è come se fosse diventata la mia migliore amica.
Ritrovavo me nei suoi pensieri più intimi, più profondi. La sua crisi con l’educazione cristiana è stata la mia durante l’adolescenza.
Eppure, l’amabile scrittrice, a parte far valere la sua condizione di donna colta e lavoratrice, non rinnega la presenza dell’uomo, fedele compagno di condivisione, di avventure, amore eterno e unico, una fusione totale di intenti e di visione del mondo, quello che ogni grande Amore dovrebbe essere.
Se almeno avessi salvato le apparenze! avrebbe potuto rassegnarsi ad avere una figlia eccezionale purché ella evitasse con cura d’essere insolita; ma io non vi riuscivo.
Come abbiamo fatto dunque a finire sobbarcate di lavoro, senza un uomo che appoggi le nostre scelte, sole e schierate contro, non erano di sicuro questi i presupposti del femminismo. Più rispetto per tutte, più libertà di scelta rispetto alle famiglie d’origine, non essere maltrattate, ma non affrontare la vita da sole.
Il sesso come forma di emancipazione non come strumento per raggiungere determinati fini.
Le parole di Simone sono talmente chiare, a tratti quasi elitarie, pervase di un’educazione cattolica asfissiante, lei così pudica non può averci indicato la strada che poi abbiamo iniziato a percorrere.
Adoro il femminismo di Simone de Beauvoir, adoro il suo modo di amare Jacques, e poi Sartre, continuerò a studiarla e a parlarne, consiglio a chiunque la lettura o la rilettura dei suoi scritti, e faccio mie le sue dottrine.
L’esistenzialismo, il riuscire a stare al mondo nonostante tutto, hanno indicato la strada per rompere gli schemi, per ribellarsi a quello che non ci sta bene.
Le narrazioni come diari, come memorie, l’avvicinare lo scrittore al lettore attraverso la mia storia senza capitoli, mi avvicina a te che sei mia amica e sorella, anche a distanza di decenni. La vita che sembra scorrere senza avere un senso, il tutto condito da una conoscenza superiore, sembra prenderci per mano attraverso queste parole e indicarci la strada per quello che possiamo ancora intraprendere. Una lotta sana e valida.

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