
Come un colpo di vento o speranza
che fosse, il tempo ci pose
distanti in poche e timide
mosse. Gli attimi restano
appesi a pareti che lasciano
il segno del tempo, di giardini
di rose, di partenze e ritorni
Sottile e vassallo il ritratto
d’istanti che nel vento galleggia
a cavallo della coda del giorno
che lento tratteggia come fosse
un disegno, un acquarello serale
Come pegno di promesse tenute
nascoste, come segno di scommesse
confuse e scomposte, come parola regale
Mentre io sarò via conserva
e difendi – ti prego
quei giorni stupendi
se riesci. Lascia restino
appesi a quel muro, ingenui
e indifesi come appaiono ora
immortali che furono
lasciali ancora
Prima che io torni domani,
o forse chissà, alla casa
sul mare, tra voli indistinti
di sogni e gabbiani, lascia appesa
la vita alle bianche pareti
lascia fare alle mani
Lascia appesi quei volti distanti
e indifesi come appaiono ora
Lasciali immobili e accesi
fino all’aurora, immortali e sospesi
Lasciali ora
Lasciali, e lasciali ancora

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