

1946 Pola
Ti ho vista camminare lentamente
tra cento, forse mille, forse diecimila anime…
forse, erano molte di più.
Anime ferite, minacciate, intimidite
anime costrette alla fuga.
Unica destinazione, la sopravvivenza.
Avevi addosso un cappotto liso
color sangue rappreso,
due occhi profondi come l’Adriatico
un sorriso sghembo e un nome importante, Maria.
Eri la manifestazione tangibile
di un equilibrio provvisorio
tra paura e speranza,
tra buio e luce.
Con una mano stringevi un pupazzo,
con l’altra una corda.
Il pupazzo stringeva un altro pupazzo,
la corda, un baule.
Bersaglio facile per gli aguzzini, Maria,
costretta all’umiliazione, alla perquisizione,
all’arroganza del loro sciocco dubbio.
Tante ipotesi, un’unica certezza:
il pupazzo era pieno di macchie,
il baule era pieno di sogni.
La poesia ha vinto il secondo premio al Premio letterario nazionale “VILLOTTE: STORIE IN CAMMINO…, UN CAMMINO DI STORIA” edizione 2019

Il cappotto cambia e si trasforma in t-shirt. Maria diventa Aisha. Cambiano i flussi migratori e le strade diventano tragitti d’acqua salata. <>. Aisha, <>.
Una scudisciata profondamente ed impietosamente attuale.
Superba.