

I Kill Giants – Titan Edition
Che cosa ci può essere di così spaventoso alla fine delle scale? Ce lo chiediamo fin dalle prime pagine del fumetto “I Kill Giants”, da quando capiamo che Barbara non sale al piano di sopra della sua casa da diverso tempo.
Barbara Thorson frequenta le scuole elementari, ha zero amici e un grande segreto. Quando sta a casa, per isolarsi dal resto della famiglia, preferisce rimanere dentro a una tenda nel sottoscala, c’è qualcosa che le fa terribilmente paura al piano di sopra. Ma che cos’è?
È la più piccola di tre figli: ha una sorella e un fratello più grandi di lei. Sua sorella Karen prova a fare del suo meglio per prendersi cura di entrambi, ma non riesce a stare dietro al suo lavoro, alla casa e ai silenzi di Barbara.
“I Kill Giants”- Titan Edition, distribuito da pochissimo dalla BAO Publishing, è la versione in un solo volume della miniserie uscita in Italia nel 2010, scritto da Joe Kelly e disegnato da J. M. Ken Niimura. Questa nuova versione presenta diversi contenuti extra.
Il fumetto ha vinto il “Best Indy Book” dell’ING. Joe Kelly, proprio grazie a “I Kill Giants”, ha ricevuto il premio Gran Guinigi per la migliore sceneggiatura, nell’edizione del 2011, del Lucca Comics & Games; mentre J. M. Ken Niimura, artista spagnolo di origini giapponesi, ha vinto il premio “International Manga Awards” nel 2012, sempre grazie a questo libro.
Il fumetto ha avuto anche un adattamento cinematografico con lo stesso titolo, uscito nel 2017 al cinema, diffuso negli ultimi mesi sulla piattaforma Netflix.
Il film è abbastanza fedele, Barbara è solo di un paio di anni più grande rispetto alla protagonista del fumetto, frequenta le scuole medie.
I disegni sono davvero molto belli, in bianco e nero, il tratto è sottile, delicato, l’immagine non invade lo spazio, ma racconta una favola moderna attraverso le vignette, le espressioni, la caratterizzazione, le battute.
Le protagoniste sono tutte donne, è una storia di ragazze valorose che affrontano i loro giganti.
Barbara è atipica, preferisce fare altre cose rispetto ai suoi coetanei, come per esempio giocare a Dungeos & Dragons, o dare la caccia ai giganti.
In questa sua vita solitaria si inseriscono: Sophia, sua coetanea arrivata da poco in città, e la dottoressa Mollé, la psicologa della scuola.
Barbara non nasconde i suoi disegni e avvisa tutti del suo ruolo superiore: quello di salvare il mondo dall’imminente arrivo di un gigante.
Lei li conosce e li riconosce tutti, crea trappole altamente calibrate con un impegno e una dedizione scientifica, è esperta dell’arte della difesa, si muove benissimo nel bosco che circonda la città.
È un’eroina moderna, combattente, silenziosa, protettiva. Preferisce che le persone le stiano lontane, è convinta che chi le si avvicini poi muoia.
Quanto è difficile la vita a dieci, a dodici anni? Con chi si può parlare davvero? Gli adulti hanno il tempo per ascoltare?
Se sei diverso dagli altri perché non ti piace fare le loro stesse cose vieni deriso, bullizzato, lasciato da solo.
È anche la storia di un’amicizia che nasce per caso.
Chi sono i giganti contro i quali combatte la determinata Barbara?
Tutto ciò che fa paura può essere un gigante: un evento imprevedibile della natura, un gesto folle compiuto da qualcuno, una malattia, tutto ciò che prescinde da noi e dal nostro controllo è un gigante.
Barbara è piccola, è appena adolescente e deve affrontare drammi incredibili: l’abbandono totale da parte del padre, un male incurabile che ha colpito sua madre.
La sua àncora di salvezza, il suo totem, la sua piuma di Dumbo, rimane Coveleski, una piccola arma con la quale è sicura di poter affrontare il mondo e i giganti.
Il film “I Kill Giants” riprende fedelmente le scene e le battute del fumetto. Barbara è tenace, arguta, irriverente, ribelle, non sottostà a nessuna forma di imposizione sociale, vive con le sue regole, che le permettono di mantenere il controllo, per non crollare. Ha trovato il suo modo per reagire, per stare al mondo, e in questo i ragazzi sono molto più bravi degli adulti, sanno adattarsi. Ci piace molto per questo: il suo non abbassare mai la testa la porterà a crescere in fretta.
Barbara soffre, soffre moltissimo, e non sa come comunicare al mondo il suo dolore e allora lo rimodella nel modo in cui può combatterlo, perché un gigante alto nove metri fa molta meno paura della morte di tua madre. Un gigante puoi ucciderlo con tutta la rabbia che hai in corpo e che non sai come incanalare, ma tua madre non puoi salvarla, perché sei troppo piccola, perché non hai gli strumenti, perché il destino non puoi prenderlo in giro.
Gli attori del film sono stati scelti rispettando in maniera fedele il fumetto, il regista esordiente, Anders Walter, è bravo nel riprodurre la storia, lascia parlare le immagini, esegue un compitino fatto bene, le scene sono pulite, ottime inquadrature, buoni effetti speciali. Barbara si aiuta con i disegni di rune brillantinate. Le attrici donano personalità al film, non rimangono intrappolate nelle pagine del fumetto e la loro interpretazione è molto buona, Zoe Saldana e Madison Wolfe sono realmente molto brave.
Cosa c’è in cima alle scale dunque? Barbara riuscirà ad affrontarlo?
La storia tocca il cuore, ci emoziona, ci fa riflettere. Capiamo Karen che ha su di sé delle responsabilità enormi, ma vorremmo abbracciare Barbara, che va in giro con le orecchie da coniglio.
Perché è sempre tutto più facile se indossi una maschera, un costume per difenderti dal mondo.
Barbara affronterà il suo gigante e noi con lei, attraverso le pagine di una storia che non si poteva non raccontare.
Imma I.

Perché non lasci qualcosa di scritto?