
Queste sono le parole con cui una famosa pubblicità degli anni settanta, reclamizzava un lassativo per bambini. Da allora, queste sono state, e sono tuttora, le parole di chi vuole farci credere che usando modi gentili e garbati otterremo sicuramente quanto sperato. Che fantastica illusione…
Forse, fino a qualche tempo fa, sarebbe stato sufficiente chiudere gli occhi e farsi cullare dal ricordo un po’ sfocato di quell’amabile melodia per cedere alla suggestione. Oggi, però, non più. Oggi è necessario chiudere gli occhi, le orecchie e perché no, pure le finestre e le porte –a doppia mandata, visti i tempi che corrono- e comunque non si riesce a sentire nemmeno l’eco di quell’amabile melodia. Da suggestione a utopia il passo è breve. Non solo, ma attualmente, ahimè, l’unica cosa relativamente facile da ottenere con la dolcezza è una visita dal diabetologo, e pure a pagamento!
Infatti, basta dare uno sguardo al panorama politico e immediatamente risulta lampante quanto sia fuori luogo quella frase. Parliamoci chiaro: la dolcezza, o meglio, il garbo e l’educazione sono qualcosa di anacronistico. Gli insulti, piuttosto, le parolacce, le allusioni maliziose e la voce grossa sembrano essere i requisiti per avere visibilità e successo, oltre che audience mediatica. Anche in ambito professionale le cose non vanno meglio: la dolce Chiara, tanto per fare un esempio, seppur preparata e competente, non arriverà mai dove arriverà la spregiudicata Pamela. Antonio, invece, con la sua dolcezza potrà contare, senz’altro, sulla stima delle colleghe, ma il capo favorirà sempre il cinico Luigi per una promozione.
In famiglia, poi, non ne parliamo. La dolcezza, spesso, viene fraintesa con una disponibilità incondizionata o addirittura con l’abnegazione. Così il dolce malcapitato si ritrova presto a essere succube del coniuge, dei figli o dei propri genitori, i quali, naturalmente vengono portati ad approfittarsi della situazione -considerata la dolcezza con cui il loro caro abbozza al rifiuto. In questi casi, infatti, tale atteggiamento sarà sempre inteso come un timido tentativo di dire no, quasi l’eco di un’intenzione, mai come una vera e propria presa di posizione.
A pensarci bene, però, quel “con la dolcezza si ottiene tutto” non è poi così strampalato, nemmeno ai nostri giorni e nemmeno tra le quattro mura di casa, se scartiamo il successo, la fama, il potere, la libertà… Effettivamente, ponendosi all’altro con gentilezza, tutto, e sottolineo tutto, ricadrà sulle proprie spalle. Questo perché la dolcezza viene percepita come un modo di essere, ovvero, quello di essere accomodanti, pazienti, saggi, probabilmente favoriti da una buona regolarità intestinale e allora si torna d’accapo e quel jingle degli anni settanta ricomincia a echeggiare con prepotenza!

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