

Una delle cose belle e impreviste che mi è successa in questo anno è stata iniziare a lavorare in radio. Ho ripreso a scrivere solo da un anno e non sono mancate le soddisfazioni, ma non pensavo di iniziare anche questa nuova avventura.
Com’è lavorare in radio?
Lavorare in radio è divertentissimo ma anche impegnativo. Tutto è studiato nei minimi dettagli anche se sembra essere tutto frutto dell’improvvisazione.
Un giorno di fine giugno sono stata contattata da uno speaker radiofonico, Maurizio Basilico, il quale mi ha chiesto: che ne pensi di iniziare una collaborazione con Rete 104?
Lì per lì ho pensato che mi volesse prendere in giro, poi invece la situazione è diventata concreta e pochissimi giorni dopo ero On-Air.
Inutile dire che l’emozione è tantissima, è come uno spettacolo teatrale: quando vai in scena tutto rimane fuori dal sipario. Problemi personali, preoccupazioni, scazzi (si può dire scazzi?) rimangono fuori dai pensieri della giornata e ci si concentra solo sullo spettacolo che per due ore si deve fornire ai radioascoltatori.
Il programma va in onda in tutto il Nord Italia, si occupa di intrattenimento serale e proviamo a regalare due ore di allegria a chi decide di seguirci.
La settimana si passa a cercare argomenti che possano essere interessanti e si programma il tutto, stare davanti ad un microfono ricordandosi che ci sono centinaia di persone che ti ascoltano non è semplice.
E l’ansia?
E l’ansia fa parte della vita, fino a pochi istanti prima ti sudano le mani, poi si accende la spia rossa e tutto si dimentica, siamo gente da palcoscenico, mastichiamo battute come se niente fosse (ma magari…).
I tempi in radio sono ristrettissimi in tre minuti circa devi dire quante più cose possibile, poi ci sono gli interventi musicali e le interviste, le due ore passano in modo del tutto indolore e alla fine della trasmissione quasi ci dispiace di salutarci e di dirci “Alla settimana prossima!”.
E gli imprevisti?
Gli imprevisti capitano come in qualsiasi situazione: linee telefoniche che saltano senza motivo, cuffie che non si sentono, ma anche questo fa parte dello show.
Occorrono soprattutto simpatia e capacità nel mantenere i nervi saldi dunque, e soprattutto un ottimo capitano che riesca a gestire bene la sua squadra.
Nessuna pretesa da grande show, ma come prima prova è davvero bello poter contribuire ad uno spettacolo in diretta. Si spera di crescere e di rendere il pubblico da casa il più partecipativo possibile.
Se mi avessero detto un anno fa: “presenterai un programma sul gossip”, io non ci avrei mai creduto, eppure anche questo è accaduto.
Il programma, Gossippendense, riprenderà ad Ottobre e non vedo l’ora di ricominciare con questo pazzo mondo e con tutto lo staff di Rete 104.

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