

Il 2018 sarà ricordato come l’anno in cui non è stato consegnato il Premio Nobel per la Letteratura.
La mancata assegnazione era capitata solo nei sei anni delle guerre mondiali e, nel 1936, perché non era stato individuato un vincitore degno del premio.
Dietro alla mancata assegnazione, che in realtà è stata solo sospesa fino al 2019 (quando verrà assegnato anche il premio del 2018), ci sono i casi di molestie sessuali che hanno infangato l’immagine dell’Accademia nel mondo.
Momenti difficili per i dodici membri rimasti, dopo le sei dimissioni ‘volontarie’ degli ultimi tempi, il movimento #MeToo (il movimento femminista contro la violenza e gli abusi sulle donne, che tanto sta facendo discutere) è arrivato fin dentro il Konserthuset, il Conservatorio dove, dal 1926, vengono consegnati tutti i premi ai meritevoli vincitori.
Ebbene sì, tremano tutte le più alte istituzioni, in qualsiasi ambito, dal cinema alla letteratura, sembra che ultimamente nessuna donna non abbia subìto violenze o molestie, e che ora sia giunto il momento di presentare il conto. Neanche l’illustre Accademia è rimasta fuori da questi scandali e si sono dimessi in sei, come abbiamo già detto.
Tutto è iniziato dalle accuse di molestie mosse contro Jeane-Claude Arnault, fotografo e persona di spicco nello scenario culturale svedese, nonché marito della poetessa, Katarina Frostenson, membro dal 1992 della nota Accademia.
L’Accademia aveva avviato un’indagine interna, i membri dimissionari sono: la Frostenson stessa, la scrittrice Sara Stridsberg, il capo dell’Accademia, Sara Danius, e altri tre membri.
Un piacevole ricordo dunque tutto quello successo con Bob Dylan negli anni passati, o le critiche accese mosse puntualmente da chi contesta questo o quel vincitore, persino la diatriba mai spenta se sia più giusto affidare il nobel a Murakami o a Roth, diventa irrilevante di fronte ai momenti neri che vive in questo periodo l’Accademia.
È giusto che chi ha commesso atti offensivi e lesivi della dignità e della persona delle donne paghi, ed è giusto pure che dalla Svezia abbiano deciso di fermarsi un attimo per capire cosa stia succedendo.
Nessun occultamento del danno, anzi una piena solidarietà alle vittime, un atteggiamento molto positivo e di apertura. Una cosa mai successa prima.
Speriamo che venga fatta chiarezza al più presto e che gli atteggiamenti di onnipotenza maschile inizino a cambiare. È giusto denunciare azioni violente o moleste, contestualmente a quando capitano, non lasciar passare anni, solo per infangare un nome. È comprensibile la paura di dire tutto e subito, soprattutto se il colpevole è un proprio superiore, ma non può essere la molestia in sé un modo per vendicarsi.
La corte svedese ha pubblicato un comunicato stampa in cui si dichiarava il pieno sostegno al movimento #MeToo, sembra infatti che anche la principessa ereditaria Victoria di Svezia, sarebbe stata vittima di attenzioni da parte di Arnault, al momento non sono state rilasciate dichiarazioni al riguardo.
Aspetteremo con ansia la fine del 2019.
(photo fonte web)

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