
Considerato da sempre il maestro dell’horror, un autore di best seller di genere, oggi Stephen King è riconosciuto come uno dei più importanti e influenti scrittori contemporanei. Scritto tra il 1981 e il 1985, “It”sconvolse la sempre più numerosa platea di lettori del “Re” e ancora oggi è considerato il suo capolavoro assoluto, una pietra miliare della letteratura del Novecento. Da “It” sono stati tratti una miniserie TV nel 1990 e un importante film horror nel 2017. (Terza parte – IT al cinema, 2017).
Regia: Andrés Muschietti

Sceneggiatura: Chase Palmer, Cary Fukunaga, Gary Dauberman
Paese: Stati Uniti
Anno: 2017 (Secondo capitolo 2019)
Durata: 135 minuti
Ambientazione: 1988 (Secondo capitolo 2019)
Interpreti:
Bill Skarsgård: Pennywise/It
Jaeden Lieberher: William “Bill” Denbrough
Wyatt Oleff: Stanley “Stan” Uris
Jeremy Ray Taylor: Benjamin “Ben” Hanscom
Sophia Lillis: Beverly “Bev” Marsh
Finn Wolfhard: Richard “Richie” Tozier
Jack Dylan Grazer: Edward “Eddie” Kaspbrak

Autore: Stephen King
Lingua origianale: Inglese
Prima pubblicazione: 1986
Prima edizione italiana: 1987
Editore Italiano: Sperling & Kupfer
Pagine: 1200
Ambientazione: 1958 – 1985

Regia: Tommy Lee Wallace
Sceneggiatura: Lawrence D. Cohen, Tommy Lee Wallace
Paese: Lawrence D. Cohen, Tommy Lee Wallace
Anno: 1990
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Per la versione cinematografica della trasposizione, l’autore Andrés Muschietti divide il film in due parti, si tengono separati i piani temporali e si sposta l’ambientazione avanti di 30 anni (il 1958 del libro diventa il 1988, la reunion da adulti sarà ai giorni nostri).
Nel 2017 è uscito il primo capitolo del film in cui si racconta il primo scontro tra It e i “perdenti” ragazzini. Il secondo capitolo, con i perdenti adulti adulti, è atteso per la fine del 2019.
Il primo film è stato accolto molto positivamente ed è diventato il film horror con il maggior incasso della storia del cinema, superando i 700 milioni di dollari in tutto il mondo (a fronte di soli 35 milioni di budget).
Del film uscito in sala solo pochi mesi fa ha già scritto magistralmente Serena, qui aggiungiamo solo poche cose per accostare questa trasposizione al romanzo.
Nel 2017 gli effetti speciali hanno fatto passi da gigante e vengono usati per mostrarci in maniera efficace il male che prende vita dalla manifestazione delle paure dei bambini. Il male aleggia tra gli adulti e si insinua tra i ragazzi per spaventarli e dividerli, come nel libro.
Stepehn King è davvero un maestro a raccontare l’infanzia, i suoi sono bambini e adolescenti molto reali, sono sudati, insanguinati, pieni di difetti fisici (occhiali, balbuzie, asma, grasso esagerato…) di insicurezze e di energia. Hanno paure che gli adulti preferiscono ignorare (forse perché ne sono la causa), ma che il male sa leggere per mostrarsi a ognuno di loro nella forma più spaventosa (un uccello gigante, un lupo mannaro, dei bambini assassinati, il padre da cui hai una paura inconfessabile di essere abusata…). Conservano la capacità dei bambini veri di saper voltare pagina in ogni momento, di affiancare il gioco alla paura, la fantasia all’orrore quotidiano, l’amicizia e l’amore al male assoluto che aleggia. Questo spirito resta nel film, con i bravissimi giovani protagonisti che si muovono in una Derry anni ’80 in cui aleggiano paura e indifferenza e che non fa rimpiangere gli anni ’50 di King.
Anche il pagliaccio Pennywise è all’altezza della sua fama e ci spaventa fin dal primo incontro, quello della scena cult (perfettamente riuscita e più cruenta rispetto alla versione 1990) in cui uccide il piccolo George in mantellina gialla che insegue la sua barchetta di carta finita in un tombino.
Alcune scene si distinguono per la potenza visiva, qualcuna non compare nel libro e viene inserita da Muschietti proprio proprio per l’efficacia cinematografica, come quella coi bambini scomparsi che galleggiano, o gli incontri tra Bill e il fantasma di Georgie, il pozzo, la visione di gruppo delle diapositive…
Primo capitolo riuscito e meritato successo al botteghino lasciano spazio alla grande attesa (e alla grande pressione sugli autori) per la seconda parte, quella più complessa in cui i bambini degli anni 80 si rispecchiano in adulti dei giorni nostri, quando le paure non possono essere stracciate con la fantasia e la memoria ci nasconde ciò che ci ha fatto diventare quello che siamo. Anche ambientare il tutto nell’attuale era tecnologica e iper connessa rappresenta una sfida stimolante, ma insidiosa.
Forse al posto di un secondo capitolo servirebbe un film per la vita di ognuno dei sette perdenti, probabilmente il formato migliore per un’opera lunga e complessa come IT sarebbe stato quello della serie TV (come il recente “22/11/63” dal romanzo del 2012 di King), ma per ora ci possiamo “accontentare” di questi due horror per molti aspetti ben riusciti, che, soprattutto nella versione 2017 di Muschietti rispettano e rendono bene le tematiche del libro.
Seconda parte la serie TV del 1990: Leggi di più

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