

Luoghi comuni? Frasi fatte? Pensieri tipici? Articoletto di facile appeal? Filastrocca elegante?
“Pensa a qualcosa con il numero cento…” Rimbomba nella mia mente. Sono giornate vuote, cupe. Fuori piove. I ricordi precipitano nella clessidra dell’inchiostro e vengono fuori, arrampicandosi come rami irti d’Inverno, provando ad afferrare un cielo troppo lontano, mentre sperano in una nuova, vicina, Primavera.
Le cento volte che…
Ho chiesto io ‘scusa’ per prima.
Le cento volte che avrei voluto che qualcuno mi chiedesse scusa ma è rimasto in silenzio.
Le cento volte che sono tornata indietro per prendere l’ombrello che avevo scordato da qualche parte.
Le cento volte che ho iniziato a lavorare a maglia e le cento sciarpe rimaste incompiute. (Prima o poi le metterò insieme e ne farò una coperta).
Le cento volte che ho riso, pianto, ballato sotto la pioggia.
Le cento volte che mi sono tuffata nell’acqua del mare all’ora del tramonto.
Le cento volte che, da piccola, ho ripetuto ‘la piscina proprio non mi piace!’
Le cento volte che sono caduta e le altrettante cento che mi sono rialzata.
Le cento volte che mi sono detta ‘non lo rifarò mai più!’ e poi puntualmente l’ho rifatto.
Le cento volte che ho litigato con mia madre.
Le cento volte che ho cercato mio padre.
Le cento volte che ho baciato qualcuno.
I cento baci che qualcuno ha dato a me.
I cento tramonti visti e fotografati in posti diversi.
I primi cento giorni passati insieme a Cleo.
Le cento, mille volte, che mi sono pentita di ‘Nonno, ci vediamo domani!’ da una stanza all’altra, senza andare a dargli un bacio, e lui domani non c’era più.
I primi cento libri letti.
I primi cento racconti scritti.
Il cento non ho avuto al diploma.
Le cento volte che ho iniziato a scrivere una lettera e poi l’ho buttata via.
Le cento cioccolate ricevute in regalo tanto tempo fa.
Le cento poesie dedicate e mai capite.
“Cento volte ‘buonanotte’, poi non dormivo e ti fissavo…”
I cento passi che intercorrono tra la casa dove sono cresciuta e quella che era dei miei nonni.
Le cento volte che mi sono arrampicata su un albero per raccogliere un’arancia.
Cento immagini diverse ritagliate nei pomeriggi estivi di bambina e poi incollate su enormi cartelloni colorati.
Cento euro ritrovati per caso nelle tasche di un jeans (che bellissima sorpresa!)
I cento scalini per arrivare al mare.
Cento volte che ho visto i film Disney.
Cento volte che ho premuto il tasto ‘rewind’ e ho riascoltato la stessa canzone con un mangianastri.
Cento volte che ‘ora lo faccio’ e poi ho scordato di farlo.
Cento pezzi di cuore. Cento volte che l’ho incollato.
Cento volte che la vita mi ha sorriso. E cento volte che io ho sorriso a lei.

Perché non lasci qualcosa di scritto?