
Che bello! La nostra webzine preferita festeggia il numero 100! Cento!
Si pensava a come onorarla senza sembrare autocelebrativi, qualcosa che avesse a che fare con il numero ‘cento’…
Io al massimo avrei potuto scrivere: quella centesima brutta figura che ho fatto, il mio centesimo refuso, la mia centesima recensione, il mio centesimo abbaglio con una persona conosciuta da poco, l’ennesimo cento euro speso in inutilia (ehm, non mi ci fate pensare), e poi mi è venuto in mente di scrivere proprio questo pezzo.
In realtà io contribuisco con i miei pezzi a “l’Undici” da esattamente sei mesi, con questo sono al mio personale numero quattordici, e cosa significa per me scrivere per un bisettimanale?
Le mie esperienze con la scrittura ormai risalgono a tanti, tanti anni fa, ho fatto la trafila con la cronaca locale, poi sono approdata a riviste di cultura.
Un paio di anni fa, dopo l’ennesima delusione in questo campo, avevo deciso di non scrivere più e di dedicarmi al mio lavoro di editor e di consulenze editoriali.
Anche se devo riconoscere che scrivere i miei pensieri solo sui miei canali social mi rendeva alquanto triste, in estate un mio amico mi ha chiesto se avessi voluto scrivere per la webzine per cui scriveva anche lui e che gestiva con un gruppo di amici.
Mi è sembrata un’occasione bellissima!
1) Perché l’aveva chiesto proprio a me, quindi vuol dire che qualcosa di buono lo scrivo anche io;
2) Perché era la cosa più bella che mi potesse capitare in quel periodo.
Davvero! Ero in piena fase di ricostruzione della mia persona, per l’ennesima volta alla ricerca della mia strada, della mia identità e di cosa volessi diventare, compatibilmente con la mia preparazione e con l’offerta del mercato; inoltre avevo bisogno di distrarmi, di non pensare più al male ricevuto, al tempo perso dietro ad un’altra storia sbagliata, nella quale io avevo investito tanto, sacrificando la mia carriera, la mia crescita personale, e soprattutto il mio tempo.
Questa proposta mi ha riportato alla vita.
Ogni volta che si comincia un nuovo lavoro veniamo invasi dall’ansia, la mia paura era quella di non riuscire ad avere più idee e di non fornire i pezzi in tempo ogni due settimane.
Nel giro di poco il numero di articoli è aumentato ed è tornata anche la voglia di scrivere e di raccontare, di approfondire e di cercare la notizia più giusta, ponendola nel modo migliore.
La nostra redazione è un gruppo affiatato di persone sempre disponibili, cordiali e aperte al dialogo.
Davvero sembra una bella compagnia di amici, peccato che non abitiamo tutti vicino.
Cento volte “l’Undici” significa amicizia, cordialità, collaborazione, crescere insieme, contenuti ricercati, articoli mai improvvisati; la dolcezza di Francesca, l’insostituibile presenza di Marina F., la poesia di Marina.
Tante donne in questa redazione, un bel lavoro di squadra, in cui gli uomini agiscono senza essere mai autoritari, anzi… un bellissimo spirito di collaborazione.
Cento volte “l’Undici” è la voglia di arrivare ovunque con approfondimenti ricchi ed elaborati, ma anche con il pezzo più leggero e divertente.
Cento volte “l’Undici” per altri cento di questi giorni!

Grazie cara Imma! Se L’undici esiste è anche grazie a voi collaboratori che co donate le vostre perle!