
Siamo giunti alla seconda poesia della rubrica, dal titolo “Dove stai andando“. Il futuro di chi ci sta accanto lascia intravedere l’inquietudine di un passato che già si conosce, per questo più temuto. Ai figli possiamo solo lasciarne una fragile testimonianza che può rompersi, se non se ne ha cura.
Credi di domare la vita
fingi che le ferite non siano vere
pensi all’illimitato tempo
all’onnipotenza del voglio?
Suggerisco più caute premesse
e corroboranti calici
astute prese di posizione
in edulcorati approcci

Vedermi in te
non mi compiace
annuncia ferite
le stesse
allude a fallimenti
questa delusione ammiccante
Di tanta indipendenza che ti dovevo
vorrei riprenderne indietro
almeno un po’
e regalarti
un filo di aria sospeso
che tenga dritta la schiena
che additi sempre e comunque
un cielo.

Perché non lasci qualcosa di scritto?