
Era marzo, cominciasti ad amarmi
ma sorse in te la voluttà inconscia
di trasfondermi una bizzarra angoscia,
reggevi il filo in luogo di baciarmi.
Dal bilico, catapultato a terra
quando, per dar valore all’insensato
sul tavolo ponesti l’incarnato
libero ancor dall’imminente guerra.
Allora malcelasti quelle pene
violenti spasmi del negato amore
sottochiave come Giulia novella
i tuoi autori tenevan te, bella
non presagendo che un infranto cuore
scopre verità e spezza catene.

Perché non lasci qualcosa di scritto?