
Ognuno di noi ha un non-luogo nella testa, tra i meandri delle emozioni. È il luogo dove facciamo entrare solo noi stessi, per questo non ci sono porte, perché non servono chiavi, tanto meno serrature che ostruiscano l’ingresso.
Nel non luogo la nostra immaginazione, i nostri sogni, fanno entrare ed uscire una miriade di presenze, quando vanno via per sempre lasciano comunque qualcosa. Il non-luogo è quindi fittamente arredato di sensazioni, ricordi, gioie, lacrime. Si, sembra di essere nel caos, eppure ognuno di noi ci si ritrova ugualmente. A volte il non luogo ci lascia sprofondare, ci fa sentire il vuoto; altre volte diventa mongolfiera e ci fa volare.
Il luogo -non luogo, in verità , non puoi descriverlo precisamente, ma è là, presente. È il posto dove entriamo solo noi, ognuno nel proprio, quel luogo intimo che custodiamo, non riveliamo, chi per paura, chi per pudore, ma prevalentemente per parlare con noi stessi. Cresce, cambia, invecchia con noi. Ci accompagna…

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