
Il ritornello di una canzone triestina molto popolare suona così: “… E come la bora che vien e che va i disi che’l mondo se ga ribaltà… “
“Canta che ti passa” diceva sempre la mia nonna quando ero piccina, per distogliermi da pensieri troppo adulti; poi il ritornello è cambiato: “sicuramente passa prima che ti sposi” diceva il mio papà quando ero più grandicella… Dopo due matrimoni e un divorzio non lo dice più! si affida a un generico “passerà”! Oggi, invece, è cambiata l’intera partitura musicale: “ma cosa ti passa per la testa?” dice sempre la mia mamma! Spesso un fiore di tulle!
“… L’Italia ga pan bianco, la Francia ga bon vin, Trieste ga putele, tute carighe de morbin… “
Ma torniamo al primo ritornello della canzone… “i disi che’l mondo se ga ribaltà”.
Effettivamente, in questo preciso momento storico, sembra proprio esserci una gran confusione su valori, principi, prìncipi e senso comune. Fatta eccezione per i soliti modi di dire come, per esempio, “non ci sono più le mezze stagioni”, “piove sul bagnato” e “si stava meglio quando si stava peggio”, pare addirittura che la notizia di “Bora a 146” possa essere un segnale positivo.
Oggi siamo talmente abituati a “fare i conti” con i più grandi strateghi del “mercato” e con il loro linguaggio in codice, che quel “bora a 146” potrebbe essere semplicemente un altro indice di Borsa tipo Ftse Mib: -0,10, Nasdaq: -1,29, Dow Jones: -0,93, Nikkei 225: -0,39…
“… E come la bora che vien e che va i disi che’l mondo se ga ribaltà… “
Bora a +146 parrebbe, dunque, un buon risultato; mentre le “borse” chiudono in ribasso, la bora è positiva, il valore delle azioni sale… soprattutto di quelle dei vigili del fuoco, impegnati in ardite operazioni di salvataggio.
In questo caso, però, bisogna ammettere che “essere positivi” non è indice positivo; un vero controsenso! E’ un po’ come quando ritirato l’esito della analisi del sangue, alla lettura di -“positivo”- si esulta giulivi mentre, invece, si dovrebbe solo esiliare, ovvero starsene chiusi in casa a curare il malanno. Esiliare, appunto, non esultare! Così è con la bora a 146km/h. Forse all’inizio esultiamo pensando che il vento sarà in grado di portare via dalla città nuvole e umidità; quando, però, realizziamo che oltre a portare via nubi e umidità, si porta via anche tetti, finestre, fioriere, ombrelli, borsette, le medicine per curare il malanno di cui sopra, il sacchetto con la merenda e la messa in piega, allora, forse, anche in questo caso è meglio esiliare, a meno che… non si preferisca seguire il consiglio della mia adorata nonna “canta che ti passa” e allora, tutti insieme:
“… E come la bora che vien e che va i disi che’l mondo se ga ribaltà… “
Perché non lasci qualcosa di scritto?