
- Ma chi è Pandiolo?
- Il Pan del Diavolo. Si chiama Il Pan del Diavolo. È un gruppo musicale italiano formato da due musicisti siciliani.
- Uhm… Che due musicisti si possano definire “gruppo” è tutto da vedere. Ma c’entrano qualcosa con i Jalisse?
- Sì. Sono due.
- Ah. E poi?
- Sono bravi. O almeno, a me piacciono. Da poco è uscito il quarto album, Supereroi, con la collaborazione anche di Piero Pelù.
- Piero Pelù? Davvero? Adoro Piero Pelù! Il grande Piero Pelù… Quello di The Voice?
Ed è in questo punto della conversazione che, rovistando nelle tasche del cappotto, trovo gli auricolari. Mi incammino sostituendo con la musica il mio dirimpettaio.
Cammini col cappuccio e con le mani in tasca / sei nell’acqua alta / la musica ti aiuta a fare quello che fai
Le parole del brano che dà il titolo all’album, Supereroi, riverberano una sequenza di pensieri perplessi.
Il Pan del Diavolo è una formazione essenziale, basata su due chitarre, voci e il supporto, all’occorrenza, di una grancassa. Band italiana, di qualità, è sui palchi da undici anni con canzoni riconoscibili per un’indiscutibile e imprescindibile originalità. Partecipando ad un loro concerto si rimane impressionati dalla resa dei brani: dal vivo emerge limpida tutta l’energia che in un disco si tende a sottostimare.
L’ultimo loro lavoro è un album che vale la pena avere. Già dalla prima traccia, Sempre in fuga, rivela una carica che non lascia indifferenti, un’armonia vibrante specchio dell’urgenza di esprimere. Ritmi serrati, cura del suono e testi che colpiscono nel segno, sono caratteri che rendono l’album un prodotto maturo a cui è facile affezionarsi. Persino la malinconia, per quanto si avvicini, non lascia filtrare abbandoni a derive retoriche. Accade in Tornare da te
Se guardi il mare e hai voglia di urlare / se sei così pazzo da poterti buttare / dietro l’onda un temporale / a volte salva e a volte fa male
Il suono delle chitarre acustiche è travolgente e allo stesso tempo rende morbido l’impatto con il battito accelerato che permea il disco.
La voce di Pietro Alessandro Alosi e Gianluca Bartolo, rispetto ad esempio ai Jalisse, è ruvida, reale, nevrotica, sincera. Personale, proprio come dovrebbe essere. Ogni urlo è un grido, e non importa essere perfetti. Non c’è tempo per aspettare qualcosa o qualcuno, dopo tanta strada il bisogno di agire supera ogni remora. È un disco che va ascoltato, consigliato ad umanità assopite, a chi ha virato verso la sicurezza della mediocrità… perché rischiare è fatica, e sbagliare ha un costo.
Undici tracce, quattro brani prodotti con Piero Pelù (Supereroi, Aquila solitaria, Qui e adesso, Tornare da te), incursioni di TARM e Umberto Maria Giardini, quaranta minuti circa di musica. L’etichetta è La Tempesta Dischi, una garanzia.
Voto: 8/10

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