
La Colombia ciclistica si può dire sia in una botte di ferro. Dopo Nairo Quintana, affermatissimo e considerato ormai un veterano tra i pro, il ventiseienne Estaban Chaves (coetaneo di Quintana) sta impressionando sempre di più. Entrambi si possono definire delle certezze del ciclismo mondiale.
Esteban Chaves (164 cm per 54 kg) corridore della Orica-BikeExchange, negli ultimi anni ha compiuto un salto esponenziale ed il fresco successo nel giro dell’Emilia ne è la piena dimostrazione. Quattro anni fa chiuse terz’ultimo a quasi cinque minuti dal primo mentre quest’anno non ha avuto problemi a tagliare il traguardo davanti a tutti. La sua crescita si è potuta ammirare anche nei grandi giri, dove ha concluso secondo al Giro d’Italia e terzo in Spagna.
Chaves soprannominato Colibrì forse per la piccola statura oltre che per la sua leggerezza ed agilità, solare e molto combattivo, ha speso le sue ultime cartucce di questo anno più che impegnativo nel Lombardia che si è svolto sabato 1 ottobre. Una corsa a cui tiene molto ed infatti nei giorni antecedenti la gara l’ha sottolineato: “È in Lombardia che ho imparato a fare il corridore”. Ci teneva a fare bene e così è stato. La forma era delle migliori e grazie alle sue innumerevoli qualità ha tagliato il traguardo davanti a tutti. Alle sue spalle, relativamente secondo e terzo, si sono piazzati Diego Rosa e Rigoberto Uran. Per Chaves questo successo è la ciliegina sulla torta di un’annata strepitosa. Lui stesso ne è più che consapevole: “Questo è un sogno, sono passato professionista qui. Ho abitato a un km dall’arrivo”. Esteban si sentiva a casa e questo l’ha sicuramento aiutato. Il colombiano spiega cosa serve per essere decisivi negli ultimi metri e cosa l’ha portato a tagliare il traguardo con le mani al cielo: “Devi essere calmo e aspettare. Se fai lo sforzo prima, lo devi fare anche dopo. I sogni si posso realizzare e vincere il Lombardia è un sogno incredibile”.
Chaves, passato professionista nel 2011, nel maggio scorso alla Gazzetta dello sport si è confidato a cuore aperto. Ha parlato della sua famiglia, della fede (“Non sono praticante però credo in Dio e parlo con lui. Gli parlo come si fa con un amico”) e della sua voglia di lasciare il segno nel ciclismo che conta: “Mi piacerebbe vincere il Giro d’Italia. Poi voglio essere il primo colombiano a vincere il Tour”. Idee chiare per il colombiano che si ispira ad una massima che lo spinge a credere fortemente in sé stesso: i sogni si possono realizzare.
Buona fortuna, Esteban!

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