
Una vecchi regina di età plurisecolare si distende sinuosa, con le sue curve affascinanti e provocatorie, in un lungo abbraccio offerto dalle infinite tinte oceaniche. Questo sarà il benvenuto per voi in attesa di raggiungere Rio de Janeiro. Sceglierete un punto di partenza, e prima di avventurarvi, gettate le vostre mappe, strappate i fogli delle vostre riviste illustrative, cancellate ogni parola ascoltata, ogni luogo comune, ogni diceria: tornate ad un livello zero, definito da un numero ridotto di punti di riferimento, e avvicinatevi a lei con gentilezza, lentamente, lasciando abituare gli occhi a uno spettacolo di una intensità tanto violenta a cui forse non mai hanno assistito prima.
Iniziate a spogliarla all’ombra del Cristo Redentor, dove incontrerete una mappa reale fatta di cemento e asfalto, di distese e colline macchiate di alberi e foglie dalle forme più strambe che si oscurano davanti a quell’azzurro sin troppo lontano, di bacini acquosi dai contorni irregolari e isolotti e pietre che sembrano quasi galleggiare su una superficie sfumata e offuscata all’orizzonte, dove si mescolano e si confondono l’azzurro del mare e il celeste pallidissimo del cielo.
Scrutatela, muovendovi a piccoli passi e protetti da quelle grandi braccia alle vostre spalle, disegnando delle linee immaginarie e così un percorso che si muova lungo mille direzioni, costeggiando il lago Rordigo de Freitas, le costruzioni moderne lungo le spiagge di Copacabana e Ipanema, congiungendo in maniera causale e libera quei punti che Rio rivela da quell’altezza.
Mantenete la distanza, fino a sentirvi pronti per scendere e trovarvi in mezzo a lei, tra i suoi viali alberati, le grandi piazze, i palazzi storici, i mercatini di frutta e fiori e pietre e gioielli, tra quei murales nascosti tra le strade dei vari quartieri.
Bus, metro sotterranee, trenini che ricordano i pulmini delle scuole elementari, tram di ultima generazione. Seguite il vostro passo mentre questa bella signora, così egocentrica e viziata dai mille sguardi antichi innamorati, si mostrerà con i suoi tentacoli che, muovendosi al ritmo del suono provocatore delle sirene di Ulisse, cercheranno di catturarvi.
Resisterete, forse, per l’ansia di prenderne il più possibile nel poco tempo a disposizione.
Eppure, in quel gioco seducente, esisterà sempre un dettaglio, un’immagine, un particolare in lontananza che interromperà il vostro cammino, come il muro di gentilezza lungo il viale che raggiunge Largo do Machado, una parete colorata che sembra disperdersi tra le vetrine di bar e negozi, con poche maglie appese e scarpe di vario genere protetti da uno telo di plastica trasparente, per chi ha bisogno di offrire o di donare.
Procederete lungo una linea che oscilla tra gli estremi di totale resistenza e di sottomissione al fascino naturale di questa immensa città, con corse veloci per non perdere la metro, arresti, momenti di pausa e riflessioni, passeggiate dal ritmo lento e regolare. Aprite gli occhi, offrite la vostra pelle, la vostra passione, mani e gambe e cuore per scovare la bellezza dei mille volti con cui Rio si farà conoscere. Abbandonatevi al bianco delle sabbia chilometrica di Copacabana, interrotta da piccoli tavoli di legno, donne distese vogliose della tintarella del sole brasiliano e piccole imbarcazioni antiche a ridosso del Forte.

Pedra do Arpoador, trai suoi nascondini, le melodie artificiali e naturali e quel posto perfetto in cui fermarsi un po’
Continuate così fino a raggiungere la Pedra di Arpoador in cui scoverete i vari nascondigli arrampicandovi tra le rocce, e, chissà, incontrerete il vostro punto perfetto di sosta, coccolati da una dolce melodia composta da note artificiali e naturali, osservando quell’oceano trafitto da scie schiumose e increspate causate dal vento o dal passaggio rapido di motoscafi e traghetti in lontananza.
Rio è una donna che si diverte a indossare mille maschere diverse, recitando senza sosta una poesia che non ha inizio e non ha fine, ma che si articola attraverso una sequenza imprevedibile di toni e di parole, a tratti romantica e nostalgica, con degli accenni drammatici e tragici intervallati da immagini ironiche e leggere, folli e stravaganti.
È un connubio di strumenti musicali creati appositamente per lei attraverso cui ognuno può intonare la propria melodia; è quel manto tinto del rosso del sangue vivo segnato da linee spezzate e interrotto da mattoncini con disegni e immagini unici, che definisce un immenso mosaico lungo i gradini della Escadaria Selaron. E quei gradini sono i vostri tasti, sono le corde dei vostri violini o delle vostre arpe, e i singoli quadratini colorati, le scritte in corsivo, i volti in miniatura dei personaggi famosi sono l’orchestra di cui disponete per cominciare a scrivere la vostra musica, con quella sensazione che non esiste un termine di confronto o un criterio che possa farvi sentire nel torto o nella ragione.
Così, seguendo la vostra canzone, vi ritroverete lassù a percorrere la follia del quartiere di Santa Teresa, a metà cammino tra la terra e il cielo solcato prima di raggiungerla, dove si distrugge il muro che, al di fuori di quelle strade, è eretto per separare i sogni dalla ragione, ritrovando la verità e la sua riproduzione artistica e libera in perfetta sintonia.

La bella brasiliana che attende gli ospiti affamati,davanti alla fermata del bus, nel mezzo del quartiere di Santa Teresa
È il regno della case delle favole fatte di cemento e dei palazzi dalle forme squadrate dipinti sulle pareti ai lati della strada, dove la bella brasiliana si affaccia curiosa dalla finestra del suo ristorante, in attesa di qualche ospite che giunga affamato con il treno giallo raffigurato sul muro di fronte a lei o su quello che prosegue lento sui binari che tagliano la strada.
E dopo quelle immagini surreali che vi accompagneranno fino al punto più alto del quartiere, nella bella dimora di Laurinda Santos Lobo, nel Parque das Ruinas, Rio vi sorprenderà nuovamente con i suoi elementi di modernità e contemporaneità, come le geometrie perfette del Museu do Amanhã e le curve del genio di Niemeyer, a Niteroi, bianche e nere, con note giallo acceso e dettagli del rosso della sua passione.
In questo vostro percorso frammentario e improvvisato cambieranno costumi, scenografie, trame e intrecci. Rio si divertirà a presentarvi all’improvviso, senza alcun segnale premonitore, un segreto fino a quel momento tenuto all’oscuro, come l’incontro imprevisto con la spiaggia vermelha e il grazioso quartiere Urca che la circonda. Sarete lì, nell’ora del tramonto, con la luce calda come un fuoco che dipinge sul manto d’acqua il contorno smosso delle barche ormeggiate dei pescatori, offrendo una romantica atmosfera di ombre e luci soffuse per i giovani innamorati che siedono sul muretto lungo il marciapiede. Forse vorrete concedervi una seconda pausa,questa volta con il timore che proseguendo con il vostro passo la passione folle scatenata dai mille volti di Rio potrà soltanto intensificarsi.

Le vetrine della Confeitaria Colombo, con i suoi 122 anni di storia, tentazioni, profumi e sapori irresistibili
Perché il tempo passa e giungerà il momento del distacco, in cui vi ritroverete nuovamente a osservare dal cielo questa regina distesa tra le tante orchidee e i cactus del giardino botanico, tra la confusione del quartiere di Botafogo, tra i profumi tentatori che si diffondono per il centro storico e le vetrine della Confeitaria Colombo,con i suoi specchi, le foto in bianco e nero esposte e il suo fantastico gelato al pistacchio.

Quella ringhiera, davanti all’aeroporto, che lascerà uno spazio perenne per altri viaggi, seppure di fantasia
Un ultimo sguardo, poco prima del volo, prima che si ponga tra di voi una ringhiera dai pali ben distanziati e stretti che vi concederà perennemente uno spazio per tornare, per un nuovo viaggio, seppure fantasioso, seguendo ogni volta un percorso differente tra le mille foto scattate e i vari ricordi riposti alla rinfusa nella valigia in mezzo a quei pochi abiti leggeri di cui si era riempita prima della partenza.
La mia Rio, la Rio che si è lasciata amare. Vorrei che fosse lei a raccontarsi, dimenticando le mie parole, così da suggerirvi il vostro personale percorso.
A voi regalo queste foto, preparatevi per lo spettacolo:
Foto: La mia Rio de Janeiro
Foto: La natura brasiliana a Rio de Janeiro
Foto: La poesia del quartiere di Santa Teresa
Foto: La stravaganza di Rio de Janeiro
Foto: Arte, musica, storia di Rio de Janeiro
Foto: L’oceano e i suoi mille volti
Foto: Escadaria Selaron
Foto: Rio de Janeiro contemporanea.
In basso soltanto un breve assaggio:
- Laurinda Santos Lobo,nel Parque das Ruinas, Santa Teresa
- La mia orchidea nel giardino botanico
- La vetrina della Confeitaria Colombo
- L’azzurro dall’alto del Cristo Redentor
- Senza limiti, senza confini, come la poesia senza sosta recitata da Rio

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