
Gli innumerevoli episodi avvenuti nelle scuole materne, in cui perlopiù insegnanti maltrattano ignominiosamente bambine e bambini, dimostrano che la situazione è gravissima, ma non solo. Le misure atte a prevenire questo fenomeno sono insufficienti e le azioni di contrasto risultano quasi sempre intempestive, vale a dire che il braccio violento procura danni spesso irreversibili ai bambini, costretti dunque a vivere momenti drammatici le cui ripercussioni si radicheranno indissolubilmente nell’animo innocente, naturalmente impreparato alla malvagità di tali esseri.
I numeri sono impressionanti. E i danni non sono solo psicologici. In Italia ogni anno circa 80mila bambini subiscono violenze di diversa matrice (1) le cui conseguenze – come rivela una ricerca pubblicata su “Molecular Psychiatry” – ‘segnano’ il DNA, modificando i telomeri. Un accorciamento di queste strutture può corrispondere ad un invecchiamento prematuro di circa 7-10 anni (ndt).
Cosa si può fare?
Alcuni tra i numerosi casi recenti (Bari, Cicciano-NA, Rimini, Orta di Atella-CE, Avellino, Pisa, Modena, Grosseto, Perugia, Roma…) evidenziano che l’attenzione non è mai troppa e, soprattutto, che i colpevoli – quando non adeguatamente puniti e rieducati – possono reiterare il reato, come già avvenuto.
Di recente, una maestra di scuola materna ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare in seguito ad indagini dei Carabinieri. Le telecamere nascoste hanno rivelato la condotta violenta che, purtroppo per i bambini, non è legata soltanto agli odierni accadimenti. La “signora” in questione non è, infatti, una neofita di schiaffi, calci e maltrattamenti vari. Nel 2010 era stata sospesa per “troppa aggressività” nei confronti dei piccoli a lei affidati.
La deduzione che oggi si può trarre – cioè che la misura all’epoca è stata insufficiente a sradicare la violenza da quel braccio – se da un lato può essere utile ad un proficuo ragionamento, dall’altro non potrà in alcun modo ridare la serenità a quei bambini maltrattati né ai loro genitori/tutori piombati nella disperazione.
I punti da studiare e definire sono quindi molteplici, alcuni dei quali urgenti e prioritari. Ecco un elenco orientativo.
1. La persona fondatamente ritenuta colpevole di violenza fisica e/o psicologica, quantomeno non andrebbe più reintegrata nel posto di lavoro.
2. Presenza negli asili di psicologi, figure chiave per svariati motivi: tutela dei più piccoli, informazione dei genitori/tutori (sulle possibili avvisaglie quali ad es. inappetenza, aggressività, disagi, insonnia) e prevenzione per insegnanti eventualmente bisognosi d’aiuto.
3. Formazione integrata e aggiornata del personale scolastico.
4. Telecamere in tutti gli istituti.
5. Test psico-attitudinali continuamente aggiornati.
Tuttavia, le crescenti azioni ai danni dei più piccoli – vittime, tra l’altro, al pari di altri soggetti vulnerabili quali anziani e diversamente abili – sembrano vanificare gli sforzi collettivi, in ogni caso lodevolmente orientati ad implementare un dettame cardine (2) nel panorama legislativo
internazionale: la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, in particolare gli articoli 3 e 5, qui riportati:
Art. 3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Art. 5: Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
In Italia, la prima rete antiviolenza del mondo

Lucia Aleotti (Presidente del Gruppo Menarini) a Firenze presenta alla stampa il progetto di “Rete di pediatri contro abusi sui bimbi” con Telefono Azzurro, Società italiana pediatria, Federazione italiana medici pediatrici, Associazione ospedali pediatrici italiani.
Sul versante medico, invece, sta per arrivare una novità assoluta, che ingloba anche la problematica trattata in questo articolo. Un progetto contro abusi e violenze sui minori – sostenuto dalla multinazionale farmaceutica Menarini (3) – sarà il punto di partenza di un programma internazionale promosso dall’International Center for Missing and Exploited Children (ICMEC). In Italia 15mila pediatri e medici di base “sentinella” costituiranno la prima rete antiabuso del mondo, il cui obiettivo è quello di creare un network sanitario contro la violenza sui minori, nel quale saranno coinvolti i 13 maggiori ospedali pediatrici italiani. La prima fase del progetto, il ‘Train the trainers’, prevede la formazione di mille pediatri i quali, attraverso 23 corsi intensivi in tutte le regioni, saranno “allenati” a riconoscere i segnali di difficoltà inespressi dell’infanzia (ndt).
Sul sito dell’azienda farmaceutica si legge: […] I “ladri di infanzia” hanno quasi sempre i volti delle persone più amate e vicine, soprattutto quelli di mamma e papà, ma anche dei parenti, degli amici più intimi, delle maestre di asilo o dei vicini di casa […].
Si profila quindi un concetto, anche se apparentemente pleonastico: “Qualunque progetto sociale, anche il più ambizioso, potrà essere effettivamente realizzato solo grazie all’aiuto di tutti o, almeno, della parte sana della società, chiamata ad abbattere parecchi muri, il primo dei quali si chiama ‘omertà’.”
Note
1. Nel 70% dei casi la violenza si consuma fra le mura domestiche, due volte su tre per mano di uno dei genitori. Lo rivelano i risultati di una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (ndt).
2. Altre norme pertinenti – la “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” e la “Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali” – sono state enucleate nell’articolo “Attenti a quei preti” http://www.lundici.it/2016/02/attenti-a-quei-preti/
3. Il progetto – Menarini lancia Rete pediatri contro abusi bimbi, è la prima al mondo. In arrivo 15mila medici “sentinella” http://www.menarini.it/Home/Menarini-Comunica/News/Dettaglio-news/ArticleId/2285/Menarini-lancia-rete-pediatri-contro-abusi-bimbi-e-la-prima-al-mondo-In-arrivo-15mila-medici-sentinella

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