
L’autobus costringe a fermarsi e allora
muoviamo lo sguardo
che vola e si posa sugli altri: le mani,
le vene, i tratti dei volti; le rughe sottili,
le scarpe, le voci,
gli anelli, ed ogni più piccolo segno
del corpo che al nostro aderisce nel senso
di attesa.

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