
Un esordio coraggioso quello di Gabriele Mainetti, che ha scelto un genere molto poco familiare al cinema italiano. A causa del budget limitato, concentrarsi su personaggi e ambiente era l’unica via da prendere. Percorso che è stato gestito abbastanza bene, adattando la trama e gli archetipi dei film di supereroi classici all’Italia (in particolare Roma), la quale fa da sfondo: non ci sono personaggi che vogliono salvare o conquistare la mondo, ma solo persone che lottano per sopravvivere tra i criminali di borgata e i boss della camorra.

Regia: Gabriele Mainetti
Soggetto: Nicola Guaglianone
Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti
Produttore: Gabriele Mainetti
Produzione: Goon Films, Rai Cinema
Distribuzione: Lucky Red
Paese: Italia
Genere: fantascienza, drammatico, film con supereroi, film ambientato nelle periferie romane
Interpreti:
Claudio Santamaria: Enzo Ceccotti
Ilenia Pastorelli: Alessia
Luca Marinelli: Zingaro
Stefano Ambrogi: Sergio
Consigliato a: amanti dei supereroi, fan del trash anni ’80/’90, chi non si scandalizza davanti ad una scena di stupro o di sesso trans.
Sconsigliato a: chi guardava davvero con interesse “Buona Domenica”, chi vuole ad ogni costo la canonica storia d’amore, chi è TeamCap


Le persone “normali” sembrano vivere in un altro universo, dietro uno specchio unidirezionale: Enzo li osserva e li disprezza, mentre fanno finta di non vederlo e, in generale, ignorano gli orrori del mondo. Questa situazione è interrotta solo da piccoli attacchi “terroristici” orditi dallo Zingaro (tentati rapimenti, assalti a furgoni blindati, assassinii) che rievocano alla lontana il clima degli “Anni di piombo”, e dal cambiamento di Enzo che da personaggio grigio e nichilista diventa un buono canonico a tutti gli effetti. E ‘davvero sorprendente il costante legame con la realtà che il film mette in scena, nonostante i superpoteri: strade comuni, persone comuni, criminali comuni e situazioni comuni (la prima buona azione di Enzo è il salvataggio di una bambina coinvolta in un incidente stradale).
Buona recitazione per i tre attori principali: Santamaria e Pastorelli (davvero sorprendente lei, in quanto ex concorrente del reality show “Grande Fratello”. Chi ci avrebbe mai scommesso qualcosa?) hanno fatto un grande lavoro. Marinelli brilla nel suo ruolo da cattivo con quel giusto mix da villain alla Joker e trash italico. Direzione solida da parte di Mainetti, regista bravissimo a tutti gli effetti grazie ad alcune scene memorabili come quando lo Zingaro assalta il clan camorristico cantando “Ti stringerò” di Nada o la scena a casa di Enzo dove Jeeg Robot viene proiettato sulla parete. Colonna sonora quindi piena di pezzi e rimandi al pop femminile italiano anni ’80, da Loredana Bertè ad Anna Oxa.
La sceneggiatura è l’unica cosa dove il film ha alcuni punti deboli. La trama per esempio potrebbe risultare troppo semplice (anche se appare più come una cauta scelta registica), mentre alcune cose vanno a cozzare con l’iper-realismo millantato da quasi tutta la pellicola (perché un camion blindato pieno zeppo di euro non ha nemmeno un auto della polizia di scorta?). Risultano interessanti i riferimenti ad altri film, anche a Kill Bill, e, naturalmente, a l’anime Jeeg Robot. Come nota a margine, in quanto Mainetti conosce bene gli anime giapponesi dato che hanno ispirato alcune delle sue opere precedenti, c’è da chiedersi se questo è l’inizio di un’ondata di giovani registi che si ispireranno all’animazione del Sol Levante degli anni ’80. Non si può non notare dopotutto alcune somiglianze tra i temi di fondo di “Lo chiamavano Jeeg Robot” e quelli del cinema del regista giapponese Sion Sono: famiglie disfunzionali, abusi psicologici e fisici, la violenza come mezzo di auto-consapevolezza, l’amplificazione della tecnologia che porta a delusioni e solitudine. Se è davvero così questi “omaggi” sono di certo una grande aggiunta che permette al film di guadagnare ancora più punti.
Per una volta è successo qualcosa che nessuno si aspettava dal cinema nostrano: l’Italia ha creato il suo genere supereroistico passando per il Giappone. Nessuno può dire se ci saranno altri supereroi, ma questo film segna sicuramente un buon punto di partenza.

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