
“Zingaro voglio vivere come te”, si diceva in una vecchia canzone di Umberto Tozzi, aggiungendo “andare dove mi pare, non come me”. Era un inno alla libertà, alla rinuncia all’immobilità del pensiero, e all’inerzia dall’azione, uno sprone a sfidarsi nell’alienazione cittadina.
Oggi il politically correct censurerebbe il tutto, anche se pensiamo che “nomade” o “rom” magari non farebbe lo stesso effetto. Resta nell’aria però l’interrogativo su cosa sia realmente la vita, se l’appartamento “doppi servizi, vista, completamente ristrutturato” che chiede la maggior parte della statica gente, o un errabondo cercare la migliore occasione.

Vita nomade US style.
Errano da sempre gli americani, in cerca del loro dream, che lo trovino o finiscano invece i loro giorni in una roulotte, con o senza pensione, al massimo una casa di legno, mobile, così se ti stufi cambi residenza; ma hanno vagato tutti i nostri avi , per combattersi, alimentarsi, sopravvivere, fortificarsi, celebrarsi.
Parimenti è stato per tutti gli esodi epocali, tu chiamale se vuoi “migrazioni”, che mica finiscono sempre nel primo posto utile che trovi; si spostano il pendolare e il transfrontaliero, o colui che vuole una sorte migliore, anche se non pativa la fame in patria. Tornerà, chi lo sa? A volte sì, altre no, ci prova e riprova ancora.
Infine, si sposta chi fugge da un pericolo. Costui non pensa alle possibili e probabili conseguenze di questa sua perigliosa avanzata, sa che deve andarsene, con furore , con la famiglia o senza, rischiando la vita in mare o sotto un autotreno.
La riflessione da salotto che vi proponiamo è questa: non dormite sulle vostre certezze, la vita non ne offre. Sappiate che tutto può cambiare da un momento all’altro.
Lo so, lo so, risponde la maggior parte delle persone quando glielo si ricorda, ma noi vorremo urlargli da queste poche righe: NO! No che non lo sai, non ci pensi, e fai bene: hai il mutuo, i figli a scuola e il babbo con l’Alzheimer…
…però, quando guardi in televisione, fuggevolmente, le scene dei naufragi o quando ti accorgi che dove c’era una scuola ora c’è un asilo per rifugiati che ti guardano , immobili e in attesa del nulla dietro il cancello, bene…non fare nulla se vuoi…non dirti quanta fortuna hai avuto, non compiangere, non fare proprio niente, ma , se possibile, non giudicare.
Chissà quanti nomadismi hanno prodotto la genia da cui sei spuntato, o credi di essere il primo fiore da serra sulla terra?

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