
Signorini, Fattori, Lega e gli artisti del caffè Michelangiolo in mostra al L.U.C.C.A. dal 21 novembre 2014 al 6 aprile 2015
Antiaccademici, umili ma rivoluzionari, incompresi dal loro tempo, legati ad emozioni e paesaggi reali. Sono i Macchiaioli, il gruppo di artisti toscani che nella seconda metà dell’Ottocento lasciano alle spalle soggetti mitologici, religiosi e paesaggi romantici, prediligendo scene di vita quotidiana o scene d’armi legate al loro slancio patriottico. I Macchiaioli appartengono ad una generazione di artisti inquieti ed allo stesso tempo aperti al confronto con tutto il resto del continente europeo.
Lu.C.C.A. – Museo di Arte Contemporanea
Il Lucca Center of Contemporary Art è allestito all’interno di Palazzo Boccella, un antico edificio situato nel centro storico di Lucca, a pochi passi dalla celebre Piazza dell’Anfiteatro. Sono otto le sale espositive del museo, allestite con l’intento di creare contenitori assolutamente asettici, che non creino interferenze con le mostre: scatole bianche capaci di accogliere qualsiasi opera o installazione di arte contemporanea.
Con una certa autoironia mantengono come nome rappresentativo del gruppo il termine dispregiativo “Macchiaioli”, coniato da un anonimo critico della “Gazzetta del Popolo” nel 1862. Punto di ritrovo di questi giovani artisti è la saletta del Caffè Michelangiolo in via Larga (oggi via Cavour) a un passo dall’Accademia delle arti di Firenze, dove lo scrittore e critico d’arte Diego Martelli teorizza per primo le fondamenta di questo movimento pittorico, trasformando la sua cascina a Castiglioncello in un atelier, crocevia di incontri artistici e di idee.
Il Lucca Center of Contemporary Art offre una rilettura delle opere di questo gruppo di artisti mettendone in luce la modernità, intesa come ribellione alle regole e alle convenzioni. La mostra a cura di Maurizio Vanni e Stefano Cecchetto, se pur nella sua semplicità, riesce a introdurre lo spettatore nel contesto storico e sociale del movimento attraverso quaranta capolavori, focalizzando l’attenzione sopratutto sui tre grandi esponenti: Silvestro Lega, Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, ma dando spazio anche ad artisti che si avvicinarono alla corrente come Giuseppe Abbati, Giovanni Boldini, Luigi Bechi, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi ed altri.
C’è un filo rosso che unisce questi grandi artisti e che costituisce la base stessa dei Macchiaioli: la forma nelle loro opere non esiste, ma è creata dalla luce. Il disegno quindi cade in secondo piano, scavalcato dal colore che è il vero protagonista e che viene steso a macchia con tocchi precisi e contorni sfumati.
Un altro forte segno di rottura con l’accademismo è l’abbandono del figuratismo calcolato in studio, per dipingere “en plain air” per riprodurre al meglio la luce, gli aspetti quotidiani ed autentici della vita, la campagna toscana, la vita dei campi, i contadini, i lunghi litorali incontaminati. Il mare, la campagna, lo sappiamo bene, mitigano gli animi, anche quelli più ribelli. Ed ecco che nascono opere come Pescatore sull’Arno alla Casaccia di Odoardo Borrani e Strada di Paese a sud di Parigi di Telemaco Signorini.
Nell’opera di Signorini Strada di Paese a sud di Parigi i colori danno forma a un autentico scorcio di vita quotidiana di un piccolo paese francese, silenzioso quanto reale. Telemaco Signorini è tra i primi a interessarsi agli aspetti più umili della realtà, come prigioni e manicomi, ma riproduce anche le calde atmosfere casalinghe di un gruppo di donne riunite tra chiacchiere e ricami, come in Chiacchiericci a Riomaggiore.
Silvestro Lega propone un mondo borghese intimo e domestico. Ricorre spesso nei suoi quadri la figura femminile, spesso ritratta mentre si dedica a passatempi, uno tra tanti presente in mostra è Le cucitrici in terrazza, in cui si assapora la quiete di un cortile incorniciato da una natura rigogliosa.
Giovanni Fattori, considerato forse il massimo esponente del movimento, si dedica a ritratti di familiari o amici, ma anche ai paesaggi in particolare della Maremma. La sua produzione artistica vanta molti soggetti storici e militari relativi ad avvenimenti a lui contemporani, come il famoso Pattuglia di artiglieria.
Personalità libere, ribelli, capaci di cogliere il presente, il momento in atto. Una nuova modalità che punta a valorizzare il gesto, il colore, la pennellata e la visione intima e personale dell’autore. Dal loro nuovo modo di riportare la realtà sulla tela, si intravede il presagio del movimento degli impressionisti francesi nato ben più tardi.
Una mostra che ci insegna la trasgressione e la quiete in un unico gesto pittorico, in un’epoca che potrebbe sembrare così polverosa e lontana, ma forse più coraggiosa di quanto si possa credere.

Salve vorrei anch’io partecipare la prossima volta nella raccolta con i miei racconti.cosa devo fare? Mi trovate in web se siete interessati contattatemi grazie Franca Fasolo.