
Gli autori dell’Undici possono essere sorprendenti. Li conosci e li segui mentre parlano d’altro. Eppure parlano anche di sè. Come Cristina Biolcati che da tempo ci racconta la vita, la morte e la lirica di poeti che conosciamo bene: E ci sembra di conoscere bene anche lei e di comprendere che cosa la spinga a raccontarci di questi uomini e del loro scrivere.
Solo ora, come fosse una sorpresa sepolta in soffitta, come un pensiero nascosto fra altri pensieri più eclatanti, scopro che già nel 2013 Cristina ha pubblicato un suo libro di poesie. Eccone alcune. C’erano, è sempre stato così. Ma oggi le leggo e le condivido. Come un dono.

Ritorna mentre dormo, di Cristina Biolcati, 2013
Ti ho cercata in soffitta
Ti ho cercata laddove
prima non c’eri.
Nei meandri nascosti
e lambiti da un velo.
Dimenticata in soffitta,
distante e lontana.
Fra vecchi cimeli
di polvere e fumo.
Ti nascondevi ai miei occhi,
io non ti vedevo.
Ti ho chiamata dal fondo
di una voragine scura.
La tua voce ha squillato,
attendevi quel giorno.
Sei riemersa dal nulla
gridando il mio nome.
- Sono la vita,
mi hai detto,
- sono stata lontana
ma ora ritorno-.
Natale
Arriverà Natale
con gelide luci
e porte serrate.
Silenzi che negano,
indifferenza che acceca.
Inverni di neve
con pioggia battente.
Se il cuore dorme,
non sente la festa.
Passerà il tempo.
Soffierà il vento.
Esploderà la scintilla
del sole che torna.
E sarà d’estate
il natale più bello.
L’onda
Entra nella mia vita
senza preoccuparti di fare rumore.
Non toglierti le scarpe,
non camminare in punta di piedi,
non parlare sottovoce,
non soffocare le risate.
Sii invece uragano che spacca,
tempesta che sconvolge,
pioggia che sorprende,
onda che sbatte ineluttabile
e poi recupera ogni cosa
nel suo vortice scomposto.
E quando tutto si sarà placato,
nel fragore della tua risata,
saprò che sono viva.
Poveri passi randagi
Poveri passi randagi
rincorrono un sordo silenzio.
Timide voci lontane
gridano con rabbia il dolore.
La voce si espande,
testimone di una labile vita.
La fiamma si accende,
mentre deboli tracce di neve
ci lasciano immobili
a rincorrere ombre.
Di notte
La notte è malata.
Incute timore.
Materializza fantasmi
che il giorno poi
fa evaporare.
Allunga le ombre,
affila i rumori.
Aumenta l’angoscia
di chi già vive su un filo.
Acrobati, funamboli,
ci si arrabatta pensando
che sia tutto normale.
Potessi arrivare
alla carta e alla penna
per farla sparire!
Attimi
Attimi di tempo,
si inseguono
a ragionar d’eterno.
Stralci di giorno rubati
alle tenebre.
Risate pazze riecheggiano,
mentre fiori di pesco si tingono
a colorare la mia primavera.
Cristina Biolcati, “Ritorna mentre dormo”, DrawUp edizioni, 2013

Vorrei ringraziare Marina Flamigni per la sensibilità e l’attenzione che ha rivolto alle mie poesie. Davvero grazie di cuore per questo bell’articolo che mi riguarda e un saluto a tutti i lettori de “L’Undici”.
Grazie Cristina. C’è sempre bisogno di poesia. Tu ti fai carico di questa necessità. Un abbraccio anche a te.