
Non è un mistero che il lunedì sia il giorno peggiore della settimana. A meno di non essere turnista, s’intende. Anche lui, però, sente nell’aria che c’è qualcosa che non va. E non si gode il lunedì, che magari è il suo giorno di libertà.
Il parrucchiere è sempre stato l’unico felice dell’esistenza del lunedì però, in sostanza, lo trascorre in faccende e commissioni. Il resto della truppa mondiale il lunedì è più pericolosa del solito.
La domenica, ecco la colpevole, seguita, in misura minore, dal sabato. La gente si riposa, dicono. Ma mica tanto. Ci sono i lavori domestici e la super spesa settimanale. Si esce, magari si coltiva qualche hobby, ma tutto costa un botto.
I figli, se sono piccoli, non stanno in sé quando hanno i genitori sottomano: cosa facciamo, dove andiamo? Se sono grandi, tutti in giro a far danni e, manco a dirlo, spendono anche loro. Se va tutto bene. Se non succede qualcosa, un casino da sabato sera, per esempio. Un incidente, un overdose, una rapina.
Così quando arrivi in ufficio il lunedì è come entrare nel tunnel degli orrori, quello del luna park, però meno divertente ancora. Che facce, che passi. Camminate fiacche, sguardi torvi o sorrisi tirati, il capo peggio del solito, le scrivanie zeppe di incartamenti rimasti dal venerdì o tutte le mail da guardare e i conti da rifare. Si percepisce un affanno, una fatica di vivere che poi, circa di mercoledì, viene pian piano riassorbita, ma il lunedì mattina…che strazio.

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