
Giulia la brava e Lilly la strafatta. Elisa che non è neanche bella ed Anna bellosguardo. Albachiara che va a scuola mangiando una mela, Francesca a passeggio vestita di rosso e quella casalinga fedifraga della signora Lia. Chi non conosce Margherita che è il sale? Chi sarà mai la glaciale bella senz’anima che però a letto ti darà di più, mentre invece Gloria stira cantando? Scusate, non è Gloria, ma fa nulla. Linda che balla, Anna che verrà, Valentina cocca e polpa d’albicocca. Negli anni sessanta Lisa aveva perso le trecce ma non gli occhi blu. Tra creature diafane, casalinghe frustrate, ninfette alla Nabokov e dolcissime donne pronte ad abbandonarsi, ci sono anche Marinella che volò sopra una stella, Bocca di rosa che portò la primavera a Sant’Ilario, Franziska stanca di attendere il suo uomo in latitanza e Jamina lingua infuocata, fino ad arrivare a Prinçesa, che non è italiana e neppure donna e che nacque ragazzo brasiliano. Ecco l’enciclopedia delle donne nella canzone italiana.
Pallida come un’alba
La più bella canzone del Blasco. Da cantare a squarciagola, spalancando gli accendini, senza pensare. Vasco dice che nacque di getto, mentre aspettava gli amici svaccato sul divano con la chitarra. Una canzone che nonostante i suoi trent’anni non invecchia. Ma nel frattempo, cos’è accaduto ad Albachiara?
Anni dopo Albachiara ha chiamato sua figlia Virginia Maria, un nome semplice e dolce, che le ricorda i tempi dell’adolescenza, quando aspettava l’autobus sulla Via Emilia per andare a scuola. A Virginia Maria, invece, il suo nome proprio non piace. E’ vecchio e pomposo, buono solo per farsi prendere in giro dalle sue compagne delle superiori che si chiamano Sharon, Vanessa ed Annika. Tra l’altro, le amiche di classe non ridono solo del suo nome. Albachiara impone alla figlia cibi sani. Per la merenda dell’intervallo la costringe a portare una mela. Le altre non mangiano nulla per mantenere la linea o al massimo prendono uno snack dietetico. La mamma dice che le mele fanno bene alla pelle. Virginia Maria si vergogna e la nasconde in fondo allo zainetto. Per farla sparire, la mangia per strada, senza farsi vedere, prima di tornare a casa.
Come la maggior parte delle adolescenti, anche Virginia Maria odia il suo aspetto. Sciagura quella di aver ereditato dalla madre gli occhi grandi, e la faccia pulita, che le impedisce di nascondere i suoi sentimenti, che sono sempre esagerati. E’ troppo timida e Finisce sempre per arrossire se un ragazzo le parla. A partire dalla seconda Virginia Maria ha scelto un look opposto a quello della madre. D’inverno Albachiara continua ad indossare maglioni sformati che le coprono le mani sottili e il collo fino a sfiorarle la bocca, come a nascondersi; d’estate scivola in camicette a fiori degli anni settanta sopra gonne lunghe fino alla caviglia. Sembra un gomitolo di lana informe. Altro che vestirsi svogliatamente, pensa sua figlia. Bisogna curare l’aspetto in dettaglio.
Albachiara non riconosce più sua figlia che veste sempre di nero, con un trucco pesante sugli occhi, le labbra sono nere e livide come se avessero baciato il ghiaccio. Su facebook si fa chiamare Black Velvet. Prima di uscire il sabato sera per Piazza Maggiore, passa il pomeriggio a provare le più diverse combinazioni di catene, orecchini e make-up. Lei vuole attirare l’attenzione. Che cosa altro c’è da fare, in questa vita? Anche se non sa bene di chi vorrebbe attirare l’attenzione.
Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
ti risvegli con il sole
sei chiara come un’alba
sei fresca come l’aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.
Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente
che possa attirare attenzione
un particolare
solo per farti guardare.
E con la faccia pulita
cammini per strada mangiando una
mela coi libri di scuola
ti piace studiare
non te ne devi vergognare
E quando guardi con quegli occhi grandi
forse un po’ troppo sinceri, sinceri
si vede quello che pensi,
quello che sogni….
Qualche volta fai pensieri strani
con una mano, una mano, ti sfiori,
tu sola dentro la stanza
e tutto il mondo fuori
E lasciare il mondo fuori.

Preferisco Virginia Maria e le sue labbra livide, lo smartfone e fb!!!
E magari restare dentro una stanza con tutto il mondo fuori!
Pianino.
Se posso riportare l’interpretazione del grande Edmondo Berselli in quello che forse è il più bel saggio degli ultimi 20 anni (“Canzoni”, Il Mulino), quella porkona di Albachiara quando faceva pensieri strani e con una mano (una mano) si sfiorava da sola dentro la stanza, beh in quei casi faceva piangere il cuoricino santo di Gesù
Troppo facile con la manina di Albachiara. Ma chi sono io per competere con il grande Berselli?