
“Sì, va bene, sbattetemi pure in prigione. Confesso tutto, non c’è problema: è vent’anni che vi racconto favole e vi vendo paccottiglia. Lo ammetto: ne ho detta una più grossa dell’altra senza vergogna e con il sorriso sulle labbra per poter continuare a fare i miei affari e mantenere funzionante il mio giocattolo.
Condannatemi se proprio volete, ma se conservate un poco di onestà, dovrete anche condannare voi stessi. Perché se io vi ho venduto sogni di cartone, voi li avete comprati. Io non ho messo la pistola alla tempia di nessuno, siete voi che mi avete scelto, in piena libertà e democrazia. Nessuno vi ha costretto, voi avete deciso. E volete sapere perché? Perché io credo in quello che dico: quello che guida la mia vita non è solo una visione del mondo, bensì una fede. Che è molto di più. Questo mi distingue e mi rende superiore ai miei avversari. Io credo alle mie idee e la mia fede è così profonda che voi, uno dopo l’altro, avete cominciato a pensare che avessi ragione e alla fine ve ne siete convinti. Nonostante qualsiasi persona razionale avrebbe dovuto smettere di dar credito alle mie frottole diversi anni fa.
Ma li avete sentiti parlare i miei avversari? Non ci credono! È vent’anni che le loro parole sono tristi e vuote, il futuro che indicano è sfocato e incerto innanzitutto ai loro occhi. E se sono loro i primi a non crederci, come si può pensare che lo facciate voi? Ad animarli non c’è nessuna fede, nei loro occhi non c’è alcuna certezza di essere nel giusto. Io ho l’assoluta coscienza di essere migliore e speciale, mentre loro vagano nel buio delle incertezze e dei dubbi.
Mi accusate di fingere, di essere un attore. Ma dovreste sapere che “il teatro è fingere di fingere” così che, sul palcoscenico, il miglior attore diventa sincero, perché crede in ciò che recita così da convincere anche il pubblico. Per questo io, in verità, sono sincero perché credo. E voi avete finito per crederci insieme a me, continuando ad applaudire ed a comprare il biglietto. E adesso? Adesso volete portarmi sul patibolo? Ok, potete appendermi per i piedi in piazzale Loreto e pisciare sul mio cadavere, potete condannarmi e sputarmi in faccia, ma questo non vi assolverà, non vi renderà più uomini, non vi restituirà la verginità, non vi garantirà alcun futuro migliore. Se io sono colpevole, voi lo siete quanto me.”
[S.B.]
“La più potente arma in mano degli oppressori è la mente degli oppressi”
[S.B. in questo caso: Steven Biko]

Ottimo articolo. Chiaro, conciso ed efficace per far capire la situazione italiana.